L’ANTEPRIMA
Arriva il primo vino, registrato un calo nella produzione. In Sicilia flessione del 15 per cento legata anche alla scarsa vendemmia. L’Istituto vite e vino: “Le aziende spendono poco per promuoverlo”
Novello in crisi?
Meno di un milione di bottiglie, trenta aziende ed un prezzo medio che supera di poco i quattro euro. I numeri del Novello, per quanto riguarda la produzione siciliana, parlano di un amore che si consuma, di una tradizione mai decollata, di un calo, se si vuol discuter in termini statistici, del quindici per cento.
I numeri sono evidentemente bassi. Anche se secondo Salvatore D’Agostino, enochimico e dirigente dell’Istituto regionale della Vite e del Vino “non si tratta di un dato drammatico. Bisogna però tenere conto che l’ultima vendemmia è stata la più scarsa degli ultimi vent’anni. Quest’anno non è la Caporetto della tipologia, nonostante le interpretazioni di altri”. E D’Agostino bacchetta anche le cantine: “Il problema è solo il nanismo delle aziende siciliane: non c’è crisi, ma è un problema generale. Il nanismo non permette una economia di scala. La media aziendale è di 33 mila bottiglie, rispetto alle 46-47 mila di quella nazionale, una quantità che è già bassa. E bisogna tener conto che solo tre aziende insieme costituiscono il 63 percento della produzione siciliana di novello”. Anche se secondo il dirigente dell’Irvv l’assenza di grandi aziende non è l’unico problema da risolvere. “Fino ad oggi non è stata rilevata pubblicità sul novello. Non c’è alcun tipo di promozione dei vini. Le aziende evidentemente preferiscono risparmiare sulla pubblicità. Ormai si va verso nuove strategie di comunicazione che puntano più sul vino rosso nuovo che non sul novello in quanto tale. Si ritiene che il novello sfiorisce, mentre il vino rosso nuovo può invecchiare e non è effimero”.
A livello nazionale saranno sedici milioni le bottiglie di vino novello pronte per essere stappate. Da questa settimana sono a disposizione dei consumatori che potranno usufruirne per sei mesi, non oltre. Fino a quella data, infatti, i novelli manterranno inalterate le loro caratteristiche organolettiche. Ma anche a nel resto d’Italia il calo c‘è. La Coldiretti stima una riduzione del 10 per cento nella quantità, frutto di una vendemmia di buona qualità ma poco abbondante con una produzione di poco superiore ai 40 milioni di ettolitri.
Il novello Made in Italy arriva sul mercato con due settimane di anticipo rispetto al concorrente beaujolais nouveau francese, che si potrà assaggiare solo a partire dal terzo giovedì di novembre. Sedicimilioni di bottiglie per i consumatori, dunque, ma di buona qualità. I prezzi del novello italiano in vendita variano su valori compresi tra i tre e i sette euro a bottiglia, con una media di circa 5 euro.
C.d.G.