All’interno del Parco Nazionale della Majella, ai piedi del Gran Sasso in Abruzzo, opera dal 1946 una piccola Azienda di pasta artigianale, il Pastificio Maiella
, unico nel suo genere per habitat e metodi di produzione. “Per la nostra pasta – spiega Claudio Orlandi, amministratore unico dell’Azienda – utilizziamo quattro ingredienti fondamentali: semola di grano duro italiano, acqua, aria e metodo di lavorazione artigianale”. L’acqua usata per la preparazione proviene direttamente dall’ambiente incontaminato dei monti circostanti e viene confluita direttamente dalla sorgente attraverso un piccolo mulino collegato al Pastificio. La lavorazione della pasta avviene artigianalmente attraverso trafile al bronzo ruvide. Ma ciò che maggiormente caratterizza la pasta Maiella è l’aria che circonda l’azienda, dove la pasta viene essiccata a bassa temperatura per conservarne intatte, valorizzandole, le caratteristiche organolettiche. “Il pastificio risale al 1946 – racconta Orlandi – ma è recente l’innovazione e la diversificazione della gamma di produzione, sempre però nel pieno della tradizione. Il nostro punto di forza sono le piccole dimensioni, che ci permettono di ottenere un controllo completo della filiera produttiva e standard di qualità molto elevati”. Oltre ai formati classici e speciali di pasta di grano duro, trafilata al bronzo o al teflon, il pastificio Maiella produce un’ampia gamma di formati bio certificati trafilati al bronzo. “Abbiamo tratto ispirazione – continua Orlandi – dalla sempre più ampia attenzione dei consumatori per la qualità di ciò che portano in tavola. Certo rispetto ad altri paesi, come quelli del nord Europa, dove noi esportiamo moltissimo, siamo ancora in ritardo nei confronti dell’importanza del biologico, ma anche in Italia iniziano a manifestarsi i primi segnali positivi”. Ampia inoltre la selezione di specialità come la pasta alla salvia e allo zafferano, i formati giganti, la chitarra e i perciatelli tradizionali abruzzesi trafilati al teflon, ed anche la pasta al farro di produzione locale.
Daniela Corso