Un documento che già fa discutere la nuova proposta di disciplinare sul vino Marsala Dop, illustrato in occasione della seconda rassegna sui vini siciliani tenutosi all’istituto Agrario Damiani di Marsala. Ad esporre il documento Gaspare Baiata, presidente di Cantine Paolini e del Comitato Cittadino per la revisione del disciplinare di produzione del vino Dop Marsala istituitosi lo scorso febbraio. Fattosi portavoce dell’umore diffuso e condiviso nel comparto e nel territorio, Baiata ha reso note le modifiche all’attuale disciplinare stilate in 16 articoli che propongono restringimenti, impongono più paletti e spostano il baricentro della produzione dalla cantina alla vigna. Ridotte a due le tipologie della denominazione di origine Vino Marsala: Superiore e Vergine Riserva. Mentre il Marsala Fine assume una nuova denomianzione come Vino Dop Marsala da Cucina. Snellimento certo rivoluzionario che mira a semplificare e a tutelare l’immagine del vino presso il consumatore. La svolta parte proprio dal territorio, dal restringimento dell’areale di produzione ai soli comuni di Marsala, Petrosino, Mazara del Vallo e Salemi, con l’esclusione di Pantelleria, Favignana e Alcamo. Ma è in vigna che si ipoteca la rinascita del Marsala secondo quanto previsto dal nuovo documento. Pertanto unico sistema di allevamento previsto è quello ad alberello, bandito quindi il sistema a spalliera fino ad ora consentito, e la vendemmia da eseguirsi rigorosamente con la accolta a mano. Rimaste solo queste tipologie nella bozza si presenta quadro dei varietali modificato che lascia fuori il Damaschino e i vitigni a bacca rossa Pignatello, Nero d’Avola, e Nerello Mascalese. Le uve previste rimangono Grillo, Catarratto e Ansonica, in tutte le varietà e cloni. Tra le più significative soluzioni per potere garantire la qualità del vino partendo dalle uve vi è l’abbassamento della soglia di resa massima a 65 quintali per ettaro contro i 100 attualmente consentiti. Mentre per porre un limite al ricorso all’alcolizzazione la bozza disciplina un innalzamento del grado babo che deve essere garantito dalle uve ad un limite non inferiore a 21. Ed anche il grado alcolico del vino base viene portato a 14, scendendo di un grado. Il documento introduce poi la denominazione per il “Mosto atto a divenire vino dop Marsala “Superiore”e “Vergine Superiore” e per il “vino atto a divenire Vino Dop Marsala “Superiore” e “Vergine Riserva”, che si obbliga alle certificazioni degli organi di controllo. Insomma il nuovo disciplinare si presenta come una revisione chiara e decisa che, così ribadisce Baiata, proviene da tutti coloro che hanno a cuore la città e il territorio: “Con questa proposta vogliamo dimostrare che il Marsala è di tutti, è patrimonio dell’umanità, degli italiani e dei marsalesi. Vogliamo recuperare questo vino e vogliamo responsabilizzare il consorzio sulla qualità dell’uva prima che del vino”.
Assente al convegno il Consorzio di Tutela della Doc di Marsala.
M. L.