VIVERE DI VINO
Katia Furnari dell’enoteca DiGusto di Catania: “Ho iniziato lavorando per una società di marketing del turismo, poi ho imparato ad amare il vino. Come bevono i catanesi? Si fanno assecondare troppo dalle mode”
Enotecara
per passione
La sua passione per il vino è nata per caso, lavorando per una società di marketing del turismo. “Bere meno ma bere meglio” è il motto di Katia Furnari, titolare dell’enoteca DiGusto di Catania. Un motto che cerca di proporre anche alla sua clientela.
Come si è avvicinata al mondo del vino?
“Lavorando nel turismo ero a contatto con molta gente del settore, ma ho approfondito la tematica frequentando un corso di degustazione a Rimini. Tornata in Sicilia ho gestito un’enoteca e dopo alcuni anni ho rilevato un locale e l’ho trasformato nella mia enoteca”.
Come descriverebbe DiGusto?
“Come un’enoteca selezionata, sia per i vini che propongo, che per la clientela. Io vendo solo ciò che mi piace, ed è per questo che ho scartato molte aziende famose, dando più spazio ai piccoli produttori. La mia clientela è selezionata sia perché sa cosa vuole bere, sia perché sa che qui trova solo etichette particolari”.
Quanto conta il suo consiglio nella scelta del cliente?
“Moltissimo in generale per le enoteche e nel mio caso ancora di più. Direi che è determinante nella scelta, perché io conosco i miei clienti e intuisco cosa vogliono bere”.
Come bevono i catanesi?
“Tendenzialmente male, ma con qualche eccezione. Si lasciano influenzare molto dalle mode e da chi gli propone il vino. Io preferisco perdere un cliente piuttosto che assecondare una richiesta di un’azienda che non amo. Preferisco guadagnare meno vendendo i prodotti delle aziende che stimo. Credo inoltre che il cliente debba essere condotto verso una scelta che deve compiere consapevolmente. Penso che si dovrebbe bere meno ma meglio”.
Che genere di aziende ha nel suo locale?
“Ho circa una cinquantina di aziende siciliane soprattutto dell’Etna, tra cui il Cantante, Girolamo Russo, Arianna Occhipinti. Ho una settantina di aziende del resto d’Italia, come Groedner o Bucci, ed una sezione dedicata ai vini esteri, tra cui Francia, Libano e molti altri”.
E lei cosa beve di solito?
“Sicuramente vini naturali, non mi piace l’omologazione. Posso dire che ciò che bevo è anche ciò che si trova tra gli scaffali della mia enoteca”.
Laura Di Trapani