L’AZIENDA
La Tenuta dei Fossi di Angelo Paternò a Noto. Prodotti realizzati nel rispetto dell’ambiente secondo antiche tradizioni. Tra qualche settimana arriva il nuovo bianco
Il pioniere
del Moscato secco
Un Moscato di Noto secco e prodotto nel rispetto dell’ambiente. La novità arriva dalla Tenuta dei Fossi, cantina aretusea già nota per gli aforismi nei tappi di sughero delle sue bottiglie. Fondatore della maison è Angelo Paternò, enologo con 25 anni di esperienza in alcune tra le case vinicole dell’Isola più note e più “produttive”.
Nel 2001, per reagire al modo di interpretare l’enologia che aveva vissuto fino a quel momento, decide di creare un piccolo “mondo del vino” tutto suo, rivisitando i tradizionali metodi di produzione per ottenere vini “esuli da meccanicismi” o come ama definirli più frequentemente “non industriali”.
Così decide di fare fermentare il mosto nei fossi – da qui il nome della tenuta – ovvero vasche di cemento che rappresentano un po’ una rivisitazione degli antichi “dolium” di pietra, basando la sua produzione sui vitigni autoctoni. Nero d’Avola, Grecanico, Insolia e Moscato di Noto occupano infatti l’80% dei 60 ettari di superficie a vigneto. Nel restante 20% si trovano gli alloctoni Merlot, Chardonnay, Syrah, Viognier, Tannat, Semillon e Petit Manseng. La forma di allevamento è la spalliera, ma 5-6 ettari sono impiantati ad alberello proprio nel rispetto della sostenibilità produttiva. Il risultato è una vendemmia curata nei minimi dettagli e con una resa media di 70 quintali di uve per ettaro – per alcuni vigneti anche 50 – che quest’anno ha permesso di produrre oltre 150 mila bottiglie: 70 mila di Ruversa, un Eloro Pachino Doc; 50.000 di Sketta, un Grecanico Igt Sicilia; 10.000 di Amunì, un Insolia in purezza; 6.000 di Pioggia di Stelle, il Moscato di Noto Doc; 5.000 di Merlot; 5.000 di Syrah; 4.000 di Viognier e altrettanti di Chardonnay.
E dal prossimo mese arriverà anche il Moscato secco: la vendemmia 2008 infatti andrà in bottiglia intorno al 15-20 aprile e andrà subito in distribuzione. I 5.000 pezzi ottenuti, in enoteca avranno un prezzo che si aggirerà intorno a 12-13 euro “perché – spiega Paternò – deve essere un vino di qualità ma che possa avere un pubblico quanto più ampio possibile di ‘amatori'”.
Prodotto dal Moscato giallo che è il vitigno principe della zona di Noto, è un vino dai grandi profumi che spaziano dagli agrumi al miele. “È un prodotto accattivante proprio per permettere ai nuovi consumatori, soprattutto ai giovani, di avvicinarsi al mondo del vino”, conclude il patron. Il nome dovrebbe essere Cuè, quasi a suggerire una domanda, ad esempio su cosa si troverà nel bicchiere. Ciò che è certo è che si tratta di un vino ottenuto nel rispetto della tradizione e “a risparmio energetico”. La cantina è infatti realizzata interamente sullo stesso piano, non sottoterra, con vantaggi in termini di minori consumi di energia ascrivibili soprattutto all’assenza di impianti di sollevamento, e coibentata sia nel tetto, realizzato con struttura autoportante in legno, sia nelle pareti.
Ma le novità non finiscono qui. In arrivo anche una bottaia e l’apertura di un punto vendita con sala degustazione.
Annalisa Ricciardi