IL BILANCIO/2
Tremila ospiti, tra tecnici, esperti e appassionati di vino alla manifestazione Le Contrade dell’Etna. Degustati in anteprima i prodotti dell’annata 2008
Il vulcano
fa il pienone
Se ne stava al centro della sala, fiero. Si guardava intorno e si godeva la folla che lo circondava. Andrea Franchetti sa di avere avuto intorno ciò che lui definisce “la crema degli enologi italiani”. Ma non solo.
Produttori, esperti, appassionati, si sono ritrovati a Passopisciaro assieme a lui che per il secondo anno consecutivo ha organizzato Le Contrade dell’Etna.
Quarantasette produttori si sono dati appuntamento domenica 22 marzo alle pendici del vulcano nel cuore di una “terra felicissima” che sta vivendo il suo momento di grazia. “Quest’anno abbiamo fatto davvero il pienone – dice Franchetti, produttore e organizzatore della manifestazione -. Abbiamo ospitato tremila persone contro i 1.800 dello scorso anno. Dunque sono soddisfatto per il risultato”. E bastava passeggiare tra i tavoli dei produttori per rendersi contro della grande affluenza, in barba alla nevicata che all’esterno del padiglione ha imbiancato Passopisciaro.
Gli imprenditori dell’Etna hanno messo sul tavolo in anteprima i vini dell’annata 2008, tutti frutto dei territori di Linguaglossa, Castiglione e Randazzo, per un totale di 1500 ettari di terreno. Un confronto fra loro, ma anche un’occasione per mostrare agli esperti del settore, ma anche a chi col vino lavora o per il vino si appassiona, i loro nuovi prodotti. Certo, alcuni dovranno ancora affinarsi, altri sono pronti per andare in commercio.
“Questo è stato l’anno della conferma per Le Contrade dell’Etna – aggiunge Franchetti -. Ho incontrato qui grandi enologi italiani, ma anche imprenditori venuti dall’estero giusto per l’occasione”. È il caso di un giudice federale di Washington con la passione per il vino che si aggirava per la sala degustando i vini e sorridendo ai produttori, o di un imprenditore venuto da Singapore per degustare i prodotti del vulcano. “È bello constatare che l’interesse per l’Etna è in grande ascesa – continua Franchetti -. E lo dimostra la grande affluenza alla manifestazione. Cosa si aspetta la gente dall’Etna? Novità e qualità innanzitutto. Vengono ad assaggiare un nuovo territorio, che fino a poco tempo fa non era ancora sotto i riflettori, ma che adesso grazie ad un vitigno e a dei terreni tutti diversi, è diventato una grande realtà per il settore vitivinicolo”.
Il Nerello, infatti, che è stato più volte paragonato al Pinot nero di Borgogna per le sue caratteristiche organolettiche e per le proprietà del terreno, assume aspetti diversi a seconda del luogo in cui è coltivato. La differente mineralità dei terreni e le lave che nel corso del tempo hanno coinvolto il territorio sono i fattori che provocano le diversità.
Gaetano L. La Mantia