LA NOMINA
Maria Carella succede a Gianni Giardina alla presidenza della commissione di controllo della Camera di Commercio. ”Unica denominazione in Sicilia? Sì ma non si crei confusione tra i consumatori”
Doc palermitane,
il futuro è donna
Maria Carella, responsabile della produzione e della direzione tecnica delle Cantine Nicosia, è stata nominata presidente della Commissione per le Doc presso la Camera di Commercio di Palermo. Subentra a Gianni Giardina che ha ricoperto questo ruolo per tre anni.
Sarà quindi Carella (nella foto) a vigilare per i prossimi tre anni sul rispetto dei disciplinari nella produzione dei vini che riportano il marchio Doc nelle bottiglie. In provincia di Palermo sono tre i vini che hanno ottenuto la Denominazione di origine controllata: Contessa Entellina e Contea di Sclafani (nel 1996) e Monreale (la più recente, ottenuta nel 2000). A queste tre si aggiungono i terreni che ricadono nel Palermitano e che fanno parte della Doc Alcamo. «Il mio obiettivo – spiega Carella – sarà valorizzare e garantire le caratteristiche peculiari del vino del territorio, preservandone le qualità organolettiche».
Finora a presiedere la commissione era stato Gianni Giardina, vicepresidente nazionale dell´Onav e dell´Anag e membro del Comitato nazionale tutela e valorizzazione delle denominazioni d´origine e delle indicazioni geografiche tipiche del ministero delle Politiche agricole. «Nei primi due anni di attività – afferma Giardina – abbiamo avuto un exploit della Doc di Monreale, in controtendenza alle altre tipologie che invece preferivano la certificazione Igt. Poi è calata la richiesta dalla Monreale ed è aumentata quella dalle aziende dell´Alcamo, soprattutto le cantine sociali che producono il bianco».
Il bilancio che Giardina fa di questi tre anni è positivo: «Dal punto di vista organolettico abbiamo ovunque degli ottimi vini, con punte di qualità eccelse nella Contea di Sclafani e Contessa Entellina. Positivo anche l´andamento dell´Alcamo, mentre è stazionario quello della Monreale le cui aziende di recente hanno preferito orientarsi sull´Igt Sicilia perché è un marchio più spendibile sui mercati internazionali».
Entrambi, presidente uscente ed entrante, si trovano d´accordo sulla realizzazione della Doc Sicilia: «Unirsi è positivo – dice Carella – perché il brand Sicilia fuori dai confini nazionali è molto riconosciuto. Ma bisogna stare attenti a non perdere la varietà presente nella regione e a saperla trasmettere all´estero, in modo che non si crei confusione tra i consumatori che potrebbero acquistare bottiglie di Doc Sicilia molto diverse tra loro». Giardina si definisce un «fautore della Doc Sicilia: è l´unica strada per superare la crisi e per evitare di far imbottigliare fuori dalla Sicilia il vino che viene prodotto qui. Sicuramente ci saranno maggiori controlli e ciò aumenterà la qualità. E poi penso che sarebbe utile anche fare controlli organolettici sul Nero d´Avola sfuso, in modo da accertare che le caratteristiche di produzione siano sempre rispettate».
Salvo Butera