L’ACCORDO
L’Istituto della vite e del vino analizzerà 40 campioni all’anno. Sparma: “Così diventiamo punto di riferimento per la ricerca in campo enologico per i Paesi del Mediterraneo”
Il vino di Malta
ai raggi X
I vini di Malta saranno analizzati e certificati dall’Istituto regionale della Vite e del Vino. L’accordo fra l’ente di ricerca siciliano e il ministero dell’Agricoltura dell’isola prevede l’analisi di quaranta campioni all’anno, un accordo che prevede una sinergia con l'Enoteca italiana diretta da Fabio Carlesi.
Un passo importante per l’ente siciliano che si candida così ad essere punto di riferimento per la ricerca in campo enologico per i Paesi del Mediterraneo. Una tesi sposata anche da Gianmaria Sparma, il direttore dell’Istituto: “In questo modo – dice il manager – si dà centralità alla Sicilia. Non dobbiamo dimenticare che il nostro è un istituto di ricerca, così come ce ne sono centinaia in Italia, il fatto che abbiano scelto noi è importante perché così vengono ripagati i nostri sforzi, quelli che ci portano a guardare sempre più verso l’area del Mediterraneo”.
La sfida di Malta viene comunque accolta bene: “Ci inorgoglisce – conclude Sparma – ma dobbiamo capire che la nostra ricerca e la nostra attività devono ancora andare avanti e non dobbiamo smettere di crescere”. Ad analizzare i quaranta campioni di penserà il laboratorio dell’Irvv guidato da Salvatore D’Agostino.
L’enologia maltese è ancora agli inizi, ma l’ingresso della piccola e storica isola, ex colonia inglese, nell’Europa a 27 ha accelerato il percorso di integrazione politica ed economica, anche per quanto riguarda le certificazioni di qualità. Grenache, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Viogner, Vermentino, Moscato sono alcune delle varietà di vitigni a bacca bianca coltivati sull’isola.
Marco Volpe