L’AZIENDA
Le scommesse di Villa Moreri, cantina nel territorio di Patti che punta sul territorio e valorizza anche un antico impianto di Sangiovese. Ed il bianco da uve internazionali offre una prova convincente
Dal Sauvignon
al Mamertino
La costa nord della Sicilia, per essere precisi l’arco che va da Cefalù a Messina, è un’area di rilevante vocazione vitivinicola. Lo è certamente dal punto di vista storico e di tradizione, tant’è vero che il solo accenno al rispolvero della Doc Mamertino ha creato in questi giorni grandissima curiosità e attesa.
La sua minore fortuna si spiegherebbe quindi, è un’ipotesi, all’inferiore visibilità e forse anche alla mancanza di una vera azienda leader.
L’azienda Villa Moreri della famiglia Caffarelli di Guzman è un’azienda giovane dal grande potenziale che ha come obiettivi la Doc Mamertino ed i cui vigneti si estendono tra Patti e Tindari. A nove anni dalla prima vendemmia la gamma di vini è larga e propone due bianchi e quattro rossi, tutti – o quasi tutti – ottenuti da vitigni internazionali in blend con vitigni autoctoni.
Tra questi, il vitigno toscano “sangiovese” segna l’ingresso nei vigneti dei Caffarelli nel periodo in cui Firenze era capitale d’Italia, e cioè dal 1865 al 1871, e dove la famiglia vi lavorava. L’amore per il Sangiovese nasce quindi in Toscana e si trasferisce tra Patti e Tindari integrandosi nella viticoltura locale. Migliore espressione di questo connubio è, ad esempio, il Ronzino, un Nero d’Avola – Sangiovese in quota 50% ciascuno. Ma ci sono anche il bianco Cuccavaia (sauvignon e trebbiano), il Don Gioacchino (nero d’avola e merlot), il Camarda (merlot) ed il Tenuta Corta (sauvignon blanc). Tra tutti i vini della linea abbiamo scelto proprio il Sauvignon Blanc Tenuta Corta 2008, un vino semplice, immediato e vinificato in purezza. Chiaro e lineare è di colore è giallo paglierino scarico. Il sauvignon blanc, il vitigno è originario di Bordeaux, si esprime al naso con esili note erbacee e floreali. Accenni di peperone verde e pepe. In bocca è sapido, spigoloso, di medio corpo. L’importante quota di acidità lo rende appena nervoso. L’aromaticità del vitigno si unisce bene alle note minerali e saline, vero nodo centrale gustativo, senza tuttavia eccedere nella parte varietale e mettendo bene in luce la vocazione “marina” del vino. Lo consigliamo, infatti, in abbinamento con una cucina di mare dalle caratteristiche semplici.
C.d.G.