IL DIBATTITO
Sebastiano Torcivia: “Diverse le conseguenze per le grandi e le piccole aziende. Le cantine sociali non sono ancora pronte”
“Doc Sicilia,
grandi rischi
per le Coop”
Bisogna fare delle distinzioni, perché non esiste una risposta univoca alla Doc Sicilia. Sebastiano Torcivia (nella foto), docente di Economia aziendale all’Università di Palermo e responsabile del Master universitario in “Manager delle aziende del settore vitivinicolo”, non se la sente di dare un responso completamente positivo sulla denominazione unica, ma non vuole neppure bocciare il provvedimento.
“Ho manifestato in diverse occasioni la mia posizione – spiega -. Le differenze vanno fatte innanzitutto relativamente alle dimensioni delle aziende”.
In che senso?
“Innanzitutto vanno considerate le aziende di grande dimensione”.
Che conseguenze avranno?
“Indifferenti, per via della notorietà del proprio brand. Le cantine che hanno già un nome non avranno vantaggi né svantaggi che ci sia la Doc o l’Igt. Loro venderanno comunque”.
Le aziende di piccole dimensioni invece?
“Le piccole, a mio avviso, potrebbero ottenere un grande vantaggio dalla istituzione della Doc Sicilia visto che i loro marchi sono poco noti. Dunque essere identificati con il nome Sicilia e per giunta Doc può diventare un assoluto vantaggio, soprattutto in ambito internazionale”.
Poi ci sono le cooperative, che in Sicilia hanno un grande peso.
“Le cooperative hanno ovviamente una grande esigenza, quella di non lasciare ‘per terra’ i propri conferitori e i soci. Chi ha già chiuso accordi con i grandi imbottigliatori può averne delle penalizzazioni. È vero che non ci si può lasciar trainare da questi ma è pur vero che dobbiamo fare i conti anche con la realtà. Nel breve termine, uno o due anni, le conseguenze negative che ne avranno le cooperative e i loro soci saranno drammatiche. Ecco perché credo che la mia posizione non debba considerarsi univoca, la risposta su questo argomento va articolata in base alle dimensioni e alla qualità della produzione dell’azienda di cui si parla”.
E dal punto di vista dell’identità, non si rischia di omogeneizzare tutta la produzione?
“La strada da seguire è quella di intensificare i controlli. Bisogna mettere chi lavora bene nelle condizioni migliori, sollecitando le verifiche da parte degli organi preposti”.
Il disciplinare provvisorio della Doc Sicilia si muove in direzione opposta della legge che istituisce le Denominazioni d’origine e che prevede la valorizzazione dei piccoli territori.
“Su questo tema si può fare di più con il coinvolgimento di competenze e risorse umane altamente qualificate. In ogni caso si va verso un lungo periodo di transizione che rischia di muoversi anche su tempi lunghi. Credo, invece, che l’imprenditore dovrebbe avere strade chiare sin dall’inizio”.
Marco Volpe