LA CURIOSITÀ
Al bar Alba di Palermo un bancone dedicato a ghiaccioli e ascaretti artigianali. “Ne produciamo 400 alla settimana”
Stiamo freschi
È la riscossa del gelato artigianale di antica memoria su quello industriale multiforme. È la rivincita del sano sapore di frutta ghiacciata da una lato e di quello intramontabile di latte e cioccolato dall´altro.
Al bar Alba, a Palermo, è di scena il revival del gelato artigianale vecchia maniera con un intero bancone dedicato all´esposizione di ghiaccioli e ascaretti prodotti in un carnet di gusti per soddisfare tutti i palati. Ai più fortunati basterà un assaggio per ripescare nella memoria il sapore del ghiacciolo fatto in casa dalle mani sapienti e volenterose della mamma, frullando frutta fresca e lasciandola raffreddare nelle apposite forme. Una vera leccornia.
“L´idea di produrre artigianalmente ghiaccioli e ascaretti ci è venuta quest´anno mentre eravamo a Rimini, alla fiera del settore – racconta Alessandro Costa – dove abbiamo visto in esposizione la macchina per realizzarli”. Un amore a prima vista. “Ci è piaciuto il pensiero di poter realizzare dei ghiaccioli con frutta fresca e così, acquistata la macchina, siamo partiti immediatamente con la produzione”. Arancia, limone, amarena, frutti di bosco e fragola i gusti dei ghiaccioli, ai quali, nel bancone, si affiancano le varie proposte di ascaretti: caffè, croccantino, fiordilatte, yogurt, vaniglia e mandorla. “Per realizzare i ghiaccioli utilizziamo solo acqua, zucchero e il 60% di frutta fresca, senza aggiunta di altri prodotti”. Parola di Costa. E così, un ghiacciolo a base di frutta, nelle giornate di gran caldo, può sostituire una bibita fresca o una porzione di frutta, senza troppa fatica per il girovita. “Abbiamo avuto una risposta positiva sin da subito da parte dei nostri clienti – afferma Alessandro – che hanno mostrato di gradire molto l´idea e il gusto. Adesso realizziamo circa quattrocento ghiaccioli a settimana, ma col gran caldo, pensiamo di aumentare la produzione anche di ascaretti e charlotte”.
Clara Minissale