QUI MILANO
Al Maggiolino vietato mangiare con forchetta e coltello. Carne, salumi e dolci si accompagnano alla bocca solo con le dita
A portata di mano
Al bando il galateo: qui si mangia alla sbrichenfù. Spiedini, salsicce, crostini di maiale, galletto, salumi, bruschette e perfino il dolce mangiati abbandonando forchetta e coltello, assaporando con le mani il gusto più profondo del cibo fra lanci “acrobatici” di noccioline tra i vari tavoli con l’obbligo di buttare le bucce per terra.
Siamo al Maggiolino, locale di un appassionato di cose vecchie e usate che un giorno trovò un maggiolino tutto vecchio e rotto di colore rosso e disse: “Se un giorno farò un ristorante, lo chiamerò il maggiolino”. Il proprietario si chiama Emanuele Ragazzoni: e così il termine “finger food” londinese diventa al Maggiolino “sbrichenfù”, parola che, a suo dire, “significa tutto e niente” e che veniva utilizzata negli anni ’60 da lui e dai suoi amici per dire che si andava a mangiare e a bere qualcosa. “Il mangiare con le mani è sempre stato un mio piacere e sono sempre stato convinto che potesse piacere anche ai miei clienti”, spiega Ragazzoni. “Per questo ho fatto una sfida con i miei amici: far nascere a Milano un ristorante in cui fossero proibite le forchette, in modo che il cibo potesse essere gustato pienamente. All’inizio c’è stata una critica forte ma, mezzo mondo mangia con le mani e mezzo con le posate, e quindi: cosa ci poteva essere di così strano?”. E come le ruote di un maggiolino possono deteriorarsi strada facendo, così è successo al proprietario di questo locale che, credendo nonostante tutto e tutti alle sue idee, ha lasciato gli altri soci ancorati alla tradizione ed ha aperto le strade al futuro della ristorazione. Oltre allo storico locale di via Giambellino, a Milano è stato appena inaugurato il grande locale di viale Liguria, con 800 coperti e caratterizzato, come gli altri ambienti, da un colorato arredamento vintage fatto con materiale di recupero: la sagoma di uno squalo attaccato alla parete frontale; un antico telefono a gettoni; una scritta, di mussoliniana memoria, “noi siamo gli ultimi di ieri ma i primi di domani“ quasi a simboleggiare il loro pionierismo; e ancora un vecchio frigo rosso immette all’interno del locale caratterizzato da sedie di forme e colori una diversa dall’altra, da tavoli di legno che si alternano a quelli in acciaio e plastica, da coloratissimi lampadari di fine serie di magazzini. E non sono mancate in quest’ultimo locale, per un proprietario che non si accontenta mai di fermarsi, delle novità: tre lunghi tavoli accolgono una numerosa compagnia e le cameriere servono le pietanze salendo sopra da un’apposita scaletta e bicchieri ironici di cristallo per brindare in allegria.
Le carni servite sono fresche e genuine, e provengono da una filiera selezionata che dal macello lavora il prodotto inserendo sia la data di macellazione che quella di trasformazione: maiale, galletto e quant’altro viene quindi cucinato in un’apposita griglia inventata da loro che cuoce sia a carbonella che a legna: lo stinco è fatto con una ricetta molto particolare cotto al forno e poi rosolato alla brace con spezie macinate fresche. Qui si mira molto al piatto unico: insieme alla carne vengono servite gustose patate olandesi fresche fritte in olio di arachidi, sempre pulito e non bruciato, e pannocchie che si sposano molto bene con la carne, le stesse che nel Nord America sostituiscono addirittura il pane. La birra italiana non pastorizzata viene servita in contenitori da 3,5 litri così la gente se la spilla da sola, insieme a vini di vario tipo che possono essere portati a casa dal cliente se non totalmente consumati durante la cena; e per finire liquori digestivi come il rosolio (ricetta di vecchia usanza non più sul mercato ma ripresa dal proprietario) e il limoncello siciliano e calabrese. “Non si paga il servizio e il coperto – spiega il signor Ragazzoni – e non esiste lo chef proprio per abbattere i costi: la nostra politica è mangiare bene con pochi soldi”. Economica anche la birra: 5 euro al litro il mercoledì, giorno della settimana “della birra” dove si recano intenditori e bevitori di birra alla spina, e 8 euro al litro gli altri giorni. Prezzo medio per persona 16-20euro. Il “maggiolino” è anche a Massa Carrara e a Marina di Ragusa.
Rita Vecchio
IL MAGGIOLINO
Viale Liguria, 47- 20143 Milano
Tel. 02.89423306
Email: info@ristoranteilmaggiolino.it
Website: www.ristoranteilmaggiolino.it
Orari: 19-1:00; chiuso il lunedì
Carte: tutte
Fermata metropolitana: MM linea verde Romolo
Consigliabile la prenotazione il sabato