L’INIZIATIVA
Nasce “Streetfood”, un marchio che raggruppa alcune specialità locali tra cui il panino con il lampredotto fiorentino, i gofri piemontesi, le panelle e gli arancini siciliani
Il cibo che ha fatto strada
Si chiama ''Streetfood'', cioè ''cibo da strada'' originale, preparato secondo la tradizione locale. Il nuovo marchio è stato lanciato nei giorni scorsi.
Sarà presente nel chiosco in pieno centro a Firenze, nel classico forno di Modena, nel furgoncino che gira l'Italia partendo da un piccolo centro in Val Chisone (Torino) e in focacceria a Palermo. Qui saranno in vendita le specialità locali ''da portar via''. Come ad esempio: panino con il lampredotto fiorentino, gnocco fritto, borlengo e crescentina nella tigella modenesi, gofri piemontesi, arancini e panelle siciliani. A lanciare la prima certificazione per i venditori di queste antiche ricette popolari è la neonata associazione per la tutela e la promozione della cultura del cibo da strada, ''Streetfood'', che non solo ha pensato di scovare queste golosità, ma anche di cominciare a catalogarle, per promuoverle e impedirne ''l'estinzione'', perché spesso tramandate da semplici ambulanti. ''L'obiettivo per noi è riportare in auge questi cibi – spiega Massimiliano Ricciarini, presidente dell'associazione – tramite la ricerca, ma soprattutto il tam tam della comunicazione e del nostro sito internet. Il progetto era in ballo da qualche tempo, ma solo da un mese è cominciata l'attività vera e propria dell'associazione, che nasce ad Arezzo, in Toscana''. L'iniziativa è piaciuta e sono già una decina gli operatori che fanno parte della rete del marchio ''Streetfood''. Oltre cinquanta i cibi da strada già censiti, da Nord a Sud.
I soci fondatori, nove giovani fra Puglia, Lazio, Marche, Toscana, Emilia e Piemonte, eseguono personalmente controlli di qualità prima di assegnare il marchio. ''Dal dopoguerra in poi si sono persi determinati valori e sapori – afferma Ricciarini – che, se recuperati promossi a dovere, possono contrastare l'invasione dei fast food. Si parla anche di ristrutturare una categoria, visto che spesso si tratta di attività che non hanno un sito web o un recapito telefonico''. Insomma, si rilancia la classica gita fuori porta. ''La focaccia di Recco si può sempre prendere al cartoccio – aggiunge il presidente di Streetfood – per poi fare una passeggiata sul lungomare di Recco, vicino Genova''. La novità è che i cibi di strada sono reperibili anche tramite Gps con il servizio www.limboccastrada.it, dove catturare itinerari da inserire nel navigatore dell'automobile.
Tra i soci fondatori dell'associazione c’è Marzia Jourdan, 30 anni, co-titolare dell'attività ''Io mangio gofri'' di Roure, in Val Chisone (Torino). ''In genere con il nostro furgoncino partecipiamo a fiere – spiega Jourdan – dove cuciniamo i gofri sul momento. Si tratta di un prodotto tipico di questa valle, che si cucinava al posto del pane. È simile alla piadina, ma è più leggero e può essere gustato sia dolce che salato''. Come nasce questa tradizione? ''Dai ferri che servono a cuocere i gofri, gli stessi utilizzati nella tradizione cattolica per fare le ostie – aggiunge la giovane imprenditrice – infatti nella valle valdese a fianco non hanno né le ostie né i gofri''. Il ''Festival del cibo di strada'' si terrà a Cesena dal 26 al 28 settembre, organizzato dalla Confesercenti locale, insieme alla Conservatoria delle cucine del Mediterraneo e Slow Food. Ed ecco qualche 'assaggio', tra le oltre cinquanta specialità fra i cibi da strada, catalogate dall'associazione ''Streetfood''.
PIEMONTE: gofri, in Val Chisone (Torino), sostituti del pane simili alla piadina romagnola, dolci o salate.
LIGURIA: focaccia di Recco, tipica della provincia di Genova (Recco). È una doppia sfoglia di pasta con ripieno di stracchino o crescenza e cotta nel forno.
EMILIA: a Modena si chiama gnocco fritto e a Bologna crescentina fritta. È sempre un cuscinetto di pasta di pane fritta che si abbina ai salumi tipici dell'area.
TOSCANA: panino con il lampredotto, cioè una parte del cosiddetto 'Quinto Quarto' del bovino, considerata meno nobile, ma una prelibatezza per gli intenditori.
MARCHE: olive all'ascolana, cioè olive locali farcite e fritte, vendute nel classico cono di carta di paglia.
CAMPANIA: fritto misto napoletano, composto da verdure, mozzarelline, mozzarella in carrozza in pastella, fritti e serviti per strada nel cartoccio di carta di paglia.
SICILIA: arancini, cioè riso cotto e condito in vari modi. A seconda del condimento assume una forma diversa (sfera, cono oppure ovale).
SARDEGNA: terra delle seadas, grandi ravioli di pasta dolce ripieni di formaggio e fritte.
Elena Mancuso