L’APPUNTAMENTO
In una serata allo Shalai di Linguaglossa la sfilata delle 10 etichette di Tenuta di Fessina e Villa Petriolo, i vini di Silvia Maestrelli e Federico Curtaz. Con un unico filo conduttore: l’eleganza
Sorsi di Etna e di Toscana
I vini di Tenuta di Fessina raccontati là dove nascono, dal filare di vite al bicchiere. Lo scorso 12 giugno si è svolta un’intensa giornata dedicata alla promozione della cantina, organizzata dai titolari Silvia Maestrelli, Federico Curtaz e Roberto Silva, in collaborazione con lo Shalai Resort di Linguaglossa.
L’azienda, che nasce dalla passione dei proprietari per la terra dell’Etna e per la viticoltura siciliana, comprende sei ettari e si trova in contrada Rovittello a 650 mt. s.l.m. Le ampie finestre di casa si affacciano su una vigna terrazzata regalando una splendida vista. Passeggiando tra gli alberelli, alcuni dei quali di circa ottanta anni d’età, si ammira il terreno, di una sottilissima polvere che sembra cipria nera, mentre l’imperfezione del vigneto,in cui si trovano diverse varietà di uva l’una accanto all’altra, ci evoca la storia e la tradizione di questi luoghi. Mascalese, Nerello Cappuccio, Carricante e Minnella convivono in armonia in un luogo dove il tempo si è fermato. L’affinamento avviene per metà in tonneau e per metà in botti grandi.
A raccontarsi da soli poi, i vini, che sono stati protagonisti della cena preparata dallo chef Giovanni Santoro che ha curato una selezione di piatti e li ha abbinati ai prodotti di Tenuta di Fessina e di Villa Petriolo, l’azienda toscana di Silvia Maestrelli, di cui Federico Curtaz cura l’aspetto tecnico.
Dieci vini per dieci portate hanno condotto gli ospiti, esperti, appassionati e giornalisti in un percorso organolettico partito da Segesta, dove l’azienda toscana possiede 5 ettari a 700 metri s.l.m.. Il Se ’08 è uno Chardonnay , abbinato a un gustosissimo formaggio Piacentino ennese fritto in tempura con aspic al pomodoro verde e basilico. L’Imbrunire ’09 , Canaiolo toscano è stato servito n abbinamento ad una millefoglie di pasta croccante con carpaccio d’oca affumicato al timo. Segue il Nero d’Avola Ero ’09 proposto con un arancinetto di quaglia fritto alle erbette e ovetto sodo su canapè di frolla salata al pistacchio. L’ultima nascita dell’azienda siciliana, il Nerello Cappuccio Laeneo ’09 è stato servito con riso carnaroli al fiore di zucchina e capocollo croccante con mantecatura al taleggio fresco. Il Chianti Villa Petriolo ’08, la quarta uscita della serata è stato accompagnato da un tortello di pasta fresca ripieno con mousse di melanzane, petali di pomodorini al basilico e briciole di ricotta. Si torna sull’Etna con l’Etna Doc Erse ’08 proposto con una zuppetta fredda di pomodorini e arance con cornucopia di pane alle olive e ricotta al forno. Un altro Chianti questa volta il Rosae Mnemosis ’08 accompagnato da un carpaccio di vitellina affumicata al rosmarino con tagliatelle di verdure croccanti e vinagrette all’agrodolce, mentre il vino di punta di Tenuta di Fessina, l’ Etna Doc Il Musmeci ’07 è stato servito in abbinamento al filet mignon di maialino nero dei Nebrodi in crosta di frutta secca su tortino di patate e cipolle rosse. Chiude la sfilata dei rossi il Golpaja ’06, un sangiovese-Merlot, proposto con la scaloppina d’anatra scottata al burro profumato con riduzione d’aceto balsamico e misticanza alle erbette di campo, piatto da applauso. Infine il Vin Santo del Chianti ’04 di Villa Petriolo, con un particolare dessert, una bavarese ghiacciata alla mentuccia fresca e vaniglia con frolla al cioccolato medicano e gocce di miele all’arancia rossa.
Eleganza è stata la parola chiave della serata perché leitmotiv dei piatti e dei vini di queste due incantevoli aziende, tanto lontane fisicamente, quanto vicine in filosofia e cura dei dettagli. Curtaz si afferma il Valentino del vino siciliano e toscano, capace di cucire l’identità del territorio di appartenenza su ogni prodotto da lui creato.
Laura Di Trapani