VINO & AFFARI
Accordo commerciale tra la cantina siciliana e il colosso toscano. Quest’ultimo distribuirà i vini di Salvatore Geraci in tutto il mondo. Maralli: territorio e qualità imprescindibili
Palari, matrimonio
con Castello Banfi
Catsello Banfi, la cantina toscana che ha fatto del Brunello di Montalcino un simbolo importante dell’enologia mondiale, inaugura un nuovo progetto di distribuzione. Oltre allo champagne Joseph Perrier vuole coinvolgere anche aziende italiane e ha già chiuso un accordo con la cantina siciliana Palari dell’architetto Salvatore Geraci, produttore di tre rossi, Faro Doc, Rosso del Soprano e Santa Nè, nelle alte colline che guardano lo Stretto di Messina.
Spiega Rodolfo Maralli, direttore commerciale e marketing di Castello Banfi: “Abbiamo creato questo sodalizio con Salvatore Geraci perché sappiamo come fa vino da trent’anni. Era nostro desiderio averlo come partner. Abbiamo sempre ammirato questa realtà, infatti pur non rientrando nella tipologia di azienda con grossi volumi di produzione, è però straordinaria, ha vini fantastici, un marchio che da sicurezza e qualità”. Solo la Sicilia è stata per il momento inserita nel portfolio di aziende da distribuire che propone Castello Banfi, anche se poche saranno le regioni che andranno a completare in futuro le linee secondo una filosofia che punterebbe più sulla qualità che sul volume per fare business. “L’idea del progetto è quella di inserire meno marchi possibile, anche perché è questo che i clienti stanno cominciando a chiedere. Così scegliamo solo certe regioni e certe aziende, per caratterizzare un’offerta varia ma con gioielli dell’enologia – dice Maralli -. Con Palari condividiamo la stessa filosofia, produciamo vini simili per qualità e fascia di prezzo. E poi avere un grande vino siciliano come questo ci consente di espanderci di più. Un pacchetto selezionato è un plus per i nostri clienti”. Il progetto poi risponderebbe anche alla territorializzazione verso cui si starebbe orientando la domanda del mercato italiano. “Il consumatore è sempre più consapevole, e possiede più cultura sul vino. Anche il turista che adesso ordina un vino del territorio da abbinare alla cucina locale. Infatti nelle grandi metropoli il vino siciliano ci apre molte strade, dato che oramai sono tanti i ristoranti siciliani, dove non può mancare il vino della Sicilia”. Rosee aspettative per questo sodalizio espressa anche dal titolare stesso della cantina messinese, Salvatore Geraci il quale produce circa 50 mila bottiglie e sino a qualche mese per la distribuzione in Italia nell’estero si era affidato alla società di distribuzione di Emilio Rotolo, titolare della cantina Volpe Pasini in Friuli. “Le aspettative sono scontate. Vogliamo commercializzare il vino nel migliore dei modi. Anche perché la Palari non aveva bisogno di vendere vino, ha sempre avuto una domanda più elevata dell’offerta. E poi siamo già presenti in più di trenta Paesi del mondo. Ci siamo rivolti a Castello Banfi perché rappresenta un modello di qualità commerciale, di stile”.
Manuela Laiacona