IL PRODOTTO
E’ questo il periodo del frutto, che in Italia è coltivato soprattitto in Basilicata e Campania. L’esperto: “Consumo in crescita”. Ed ecco come scegliere le migliori
Albicocca,
è il tuo momento
Molti zuccheri, sali minerali e oligoelementi. Un frutto anti-anemia per eccellenza. È l’albicocca, conosciuta in Cina da quattromila anni, Alessandro Magno la scoprì in Armenia ma furono gli arabi a portarla nel bacino del Mediterraneo. “In Italia – spiega Paolo Inglese, professore all’Università degli studi di Palermo – esiste una grande produzione nella Basilicata ed in Campania”.
Anche in Sicilia vi sono coltivazioni di albicocche, “ma non abbiamo una conoscenza tecnica così elevata, per cui le nostre albicocche non sono paragonabili alle altre”.
Del resto proprio a Rotondella, nella provincia di Matera, in questo periodo si svolge la sagra dell’albicocca. Una tradizione oramai, il 7 luglio si apre infatti l’undicesima edizione. In Sicilia dunque “le albicocche che acquistiamo – spiega Inglese – provengono in buona parte da tutto il mondo, Spagna e Turchia ad esempio”. La varietà precoce, “la cosiddetta pindos, è quella più pregiata. Così come la varietà campana, ovvero le preole”. Varietà che si raccolgono dalla fine di maggio, “mentre nei primi giorni di luglio nell’entroterra di Savona si raccoglie la valleggina”. Il consumo di questo frutto, che appartiene alla stessa famiglia delle pesche e delle prugne ma anche delle ciliegie, in questi ultimi anni è aumentato: “Duecentomila le tonnellate prodotte ogni anno in Italia”. Le albicocche vanno scelte con cura, il colore deve essere vivo, dal giallo all’arancio e la polpa se premuta deve cedere leggermente, si conservano per poco tempo in frigo, al massimo quattro giorni. Oltre a essere consumate fresche, sono molto gustose essiccate o nella marmellata.
Sandra Pizzurro