Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 124 del 30/07/2009

LA PROVOCAZIONE Piatti e posate una gioia negata

30 Luglio 2009
piatti piatti

LA PROVOCAZIONE

Molte famiglie hanno la cattiva abitudine di tenere conservati e di utilizzare solo raramente piatti e posate di valore. Ma perché non godere di oggetti di qualità che aiutano a mangiare bene?

Piatti e posate
una gioia
negata

di Fabrizio Carrera


Sorrido amaro. Lo confesso. Perché mi rammarico quando finisco a casa di amici con le mogli che tengono ben custoditi a contatto con la polvere i piatti e le posate dei servizi, quelli buoni, quelli che finiscono nelle liste nozze, per le quali parenti e amici spendono un mare di quattrini per poi vederli conservati dietro la vetrina di un mobile in un oblìo colpevole. Come mummie di un museo. Rosenthal, Villeroy & Boch, Riedel, Worcester o Meissen, i marchi si sprecano. Il fior fiore delle porcellane nel mondo. Tra l’altro, fateci caso, più piatti e bicchieri sono di alta qualità e più restano inutilizzati. La maledizione del servizio buono. Basta. Dico basta. Ma perché farsi del male? Perché non godere della bellezza di una tavola di qualità? Perché non utilizzarli talvolta anche per i semplici pasti di tutti giorni? Ci si farebbe solo del bene, si renderebbero vivi oggetti che si sono voluti spesso come regalo di nozze. Perché attendere una ricorrenza? Non serve. Già l’uso di piatti di un certo tipo, il bicchiere curato, la tavola sistemata con più amore può riscattarci da una giornata stancante o, peggio, grigia, può ridare fiato al nostro entusiasmo.
Sono dettagli, piccole cose, ma importanti. Da non trascurare. Provateci. Ricordo una battuta del film Sideways allorquando uno dei protagonisti si lamenta del fatto che un vino francese prestigiosissimo sia stato stappato in un giorno qualsiasi. E l’altro che gli dice: ma stappare un vino del genere è già una ricorrenza… Ha ragione. Una tavola imbandita con i piatti del servizio, quello buono, è come stappare un vino prestigioso che non ha bisogno di attendere ricorrenze particolari per essere bevuto. Viviamo in un tempo frettoloso e sciatto. Dove si è perso il contatto con uno dei parametri più importanti dello stare insieme: la tavola. Che sarebbe meglio invece difendere. Non solo per mangiare bene. E la vita è troppo breve per stare a tavola in modo superficiale. Abbiamo smarrito il piacere delle piccole cose, dei dettagli. La nostra è una società opulenta e sprecona, preferiamo mangiare nei piatti di plastica, su tovaglie di carta e bere in bicchieri di plastica. Come se non ci fossero fior di lavastoviglie o lavatrici acquistate per attenuare la fatica del lavare e del pulire. Conosco un’obiezione. E se un piatto si rompe? E se un bicchiere, di quelli buoni, va in frantumi? E chissenefrega. Almeno potrete dire di aver goduto delle cose belle che avete a casa, di averle condivise tra di voi o con i vostri amici. Tirateli fuori: piatti, posate, tovaglie, bicchieri. Per gli altri. E soprattutto per voi stessi.