IL PRODOTTO/1
Il segreto di questo pomodoro? Le piantine vengono dissetate col corrispettivo di un bicchiere d’acqua. E ora a Valledolmo arrivano richieste da Inghilterra e Germania
Il Siccagno,
beve poco
ma è molto buono
Imperatore indiscusso della dieta mediterranea, il pomodoro rappresenta un’eureka nella storia dell’alimentazione. Avvistato per la prima volta agli inizi del 1500 nella fascia territoriale tra il nord del Cile e il sud dell’Ecuador, classificato botanicamente da Carlo Linneo come Solanum lycopersicum e volgarmente ribattezzato intorno al 1799, dalle truppe transalpine francesi, col termine pomme d’amour, il pomodoro è l’ortaggio più utilizzato al mondo.
Popolano e dalle prestigiose virtù, un frequente consumo della sua accattivante bacca rossa aiuta ad eliminare le proteine in eccesso causate da un ricco consumo di carne, facilita la digestione degli amidi ed è una panacea per problemi legati ad acidità gastriche o lente digestioni, grazie alla presenza di acido malico, acido arabico e acido lattico in esso contenuti. Last but not least il licopene, componente efficace antiossidante, funge da scavanger (spazzino) dei radicali liberi. Oltre 320 le varietà commercializzate in Italia, 70 per cento delle quali ibride e brevettate, e inferiori al 10 per cento quelle storiche o tipiche. In un’area a coltivazione biologica che si estende per circa mille ettari fra Valledolmo e Sclafani Bagni (provincia di Palermo), c’è chi ha sentito l’esigenza di affermare una qualità di pomodoro che per decenni è rimasta prevalentemente destinata al consumo locale. Tommaso Alessi, presidente della Cooperativa Rinascita (istituita nel 2004 e formata da 14 soci), spiega i segreti che fanno del pomodoro siccagno di Valledolmo l’”Oro Rosso” di Sicilia.
“Il siccagno di Valledolmo prende il suo nome dalla inusuale tecnica di coltivazione basata sulla totale assenza d’irrigazione. Le piantine, infatti, vengono 'dissetate', col corrispettivo di un bicchiere d’acqua, solo nella prima fase del loro sviluppo. Il clima considerevolmente umido anche nei mesi estivi e l’ausilio dei sali minerali notevolmente presenti nei terreni argillosi ne accompagnano il ciclo vegetativo fino alla raccolta che avviene nella seconda metà di agosto. Situazione queste, che rendono inconfondibile il suo gusto e ne quadruplicano le proprietà benefiche. Necessita in buona sostanza di cure elementari ma efficaci; tuttavia il nostro “tallone d’Achille” è la resa in unità. 80 sono i quintali per ettaro del Pomodoro Siccagno contro gli 800 quintali del pomodoro irriguo. Ciò comporta un lieve rincaro nei costi di commercializzazione delle passate; rincaro che sfocia nell’oblìo al primo assaggio. Uno è l’accorgimento da seguire per gustare al meglio la nostra passata: breve cottura, al fine di non intaccarne le proprietà organolettiche. Notevoli sono state e continuano a essere le affermazioni e i riconoscimenti regionali e nazionali delle nostre passate dalla particolare densità e dei nostri estratti di pomodoro. Per questo l’impegno della Cooperativa Rinascita sarà quello di esportare anche in Germania e Inghilterra, dove non poche sono le richieste di prodotti a coltivazione biologica”.
Marina V. Carrera