L’EVENTO
Il Marsala ha ricevuto quattro stelle. A premiarlo la giuria internazionale di giornalisti enogastronomici ospite al World Tasting, organizzato dal Consorzio di tutela. Il presidente Giuseppe Ingargiola: “Storia e territorio, mix di alta qualità”. E sul disciplinare della Doc…
Nel segno
del Vergine
Quattro stelle al Vergine, quelle della qualità. Il riconoscimento alla tipologia di Marsala più pregiata è stato consegnato, sabato scorso, in occasione del Marsala World Tasting, la manifestazione dedicata al vino bicentenario organizzata dal Consorzio di tutela, e patrocinato dal Ministero della Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. A conferirlo una giuria internazionale composta da giornalisti enogastronomici provenienti da Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Russia e Italia.
Sotto esame i migliori Vergine delle cantine consorziate. “Una batteria – hanno detto gli organizzatori e il presidente del consorzio Giuseppe Ingargiola – che ha sorpreso i palati e dove ha trionfato la tipicità. Storia e territorio infatti sono stati riconosciuti all’unanimità come caratteristiche peculiari di questo vino. Ma anche eleganza e complessità sono stati definiti tratti salienti”. Lo ha anche confermato durante la premiazione Marco Sabellico, curatore della Guida dei vini d’Italia del Gambero rosso, presente nella giuria: “L’eleganza e la complessità di questo vino lo rendono il simbolo del Made in Italy. Un simbolo molto più antico di Giorgio Armani”. Il punteggio dato alla qualità dei vini è stato in media di 84 centesimi. “Abbiamo assaggiato nove Marsala tra tipologie Vergine e Vergine riserva e dato punteggi tra gli 80 e 90 centesimi – spiega ancora Sabellico -. Ci sono state punte di eccellenza che hanno superato anche i 90”. Se da un lato le quattro stelle hanno confermato la qualità che detiene questa tipologia, dall’altro i giudici che le hanno date hanno denunciato la non conoscenza del prodotto nel mercato, al di fuori della nicchia di appassionati”. Al di là dei giudizi sul Marsala e della sua scarsa conoscenza nessuno ha ravvisato l’esigenza di modificare la Doc, le regole sulla produzione del vino. “Abbiamo avuto la conferma della qualità e tipicità che ci aspettavamo – dice Veronika Crecelius, corrispondente per Weinwirtschaft -. Per noi la degustazione è stata formativa ed informativa. E’ importante farlo conoscere. Per esempio nel mio Paese non si ha più memoria del Marsala”. Anche negli Stati Uniti ed in Gran Bretagna è un vino che appartiene alle vecchie generazioni conosciuto oggi per l’uso che se ne fa in cucina. “Negli anni ‘40 e ‘50 il Marsala negli Usa ha avuto un ruolo nel mercato. Oggi non lo si trova nelle enoteche, anche perché i giovani si sono abituati a bere bevande dal gusto fruttato”, testimonia Bill Nesto docente di assaggio al Metropolitan College dell’università di Boston. Durante la conferenza non sono mancati da parte degli stessi giurati, consigli e suggerimenti sulle operazioni di comunicazione e marketing per rilanciare il prodotto, anche in mercati emergenti, vedi la Russia, che sono adesso pronti ad accoglierlo. Come base per cocktail lo ha promosso Emilio Ridolfi, direttore commerciale della Pellegrino, con un appeal sensuale che faccia intrigare i giovani è suggerito invece da Douglas Blyde, giornalista, pubblicitario, presentatore inglese, nonché colui che ha sviluppato un’applicazione legata al vino per l’I-Phone. Sull’onda dei nuovi suggerimenti, durante la giornata, si è svolto il primo concorso internazionale per barman “Un quarto di Marsala”. Un momento di spettacolo che ha visto i 6 migliori barman provenienti dai lidi più importanti d’Italia sfidarsi con acrobazie e cocktail a base di Marsala.
M. L.