LA NOVITA’
L’Istituto Regionale della Vite e del Vino chiamato a verificare la conformità su dichiarazioni e produzioni in Sicilia. “Garanzia per le aziende”
Doc e Docg,
al via i controlli
dell’Irvv
Controlli più severi su Doc e Docg per assicurare una maggiore tracciabilità di uva e vino a garanzia e tutela dei consumatori. A partire dalla prossima vendemmia, l’Istituto regionale della Vite e del Vino, riconosciuto lo scorso febbraio dal ministero delle Politiche agricole quale unico organo di controllo in Sicilia, partirà con le verifiche sulle 22 Doc e sull’unica Docg dell’Isola.
“Gli accertamenti si svolgeranno in tre fasi – spiega Michele Riccobono, dirigente tecnico dell’Istituto e responsabile dei controlli – sulla vinificazione, sulla trasformazione in cantina e sull’imbottigliamento in cantina e saranno di tipo documentale e di tipo ispettivo. I primi, quelli documentali, verranno fatti a tappeto su quanti rivendicano una produzione. Gli altri, quelli ispettivi, verranno fatti a campione su almeno il 15% di produzione in vigna, vinificazione e imbottigliamento”.
Questa procedura, frutto di un decreto ministeriale del marzo del 2007 che ha istituito i controlli su Doc e Docg “può comportare un appesantimento burocratico ed economico per le aziende, soprattutto quelle di piccole dimensioni – continua Riccobono – ma il fatto che sia l’Istituto ad effettuare i controlli è una garanzia della loro uniformità su tutto il territorio regionale e del basso costo degli stessi per i produttori. Inoltre, il nostro obiettivo è quello di non far perdere tempo all’agricoltore lavorando con efficienza e rapidità”.
In sintesi, i produttori dovranno pagare di tasca loro questa certificazione. In Sicilia per 100 litri di vino dovranno sostenere una spesa aggiuntiva di 60 centesimi, il minimo previsto dal tariffario ministeriale che fissa il tetto massimo in 4,65 euro per 100 litri di vino. Ogni anno nell’isola si producono 200 mila ettolitri di vino e sono tre mila gli ettari di vigneto. “Abbiamo stimato – afferma il dirigente regionale – che dovremo controllare 500 ettari di terreno all’anno”.
E se si calcola che nell’isola l’uva viene pagata a venti centesimi al chilo, si comprende come mantenere al minimo i costi per i controlli sia fondamentale per le aziende.
Se tutto risulterà in linea con le direttive, poi, l’Istituto regionale rilascerà un certificato di conformità senza il quale non potrà esistere più alcuna Doc o Docg.
“Queste verifiche consentiranno di sapere esattamente da quale vigneto proviene l’uva, come è stata vinificata e imbottigliata – continua Riccobono – garantendo la qualità del prodotto”.
E anche se nelle etichette non si farà alcun cenno alle verifiche effettuate o ai dati acquisiti, la doc sarà garantita.
Clara Minissale