E la frugalità diventa una moda
Nei primi mesi del 2009 il mercato nazionale delle imprese viticole «sta tenendo abbastanza bene, o quanto meno non sta perdendo. Ma a parità di consumo, gli italiani acquistano sempre più vini da bere a casa e vanno meno al ristorante. È in atto quindi uno spostamento dal fuori casa alla grande distribuzione organizzata (Gdo) e gli indicatori congiunturali indicano questa tendenza in fortissimo aumento». È questa la fotografia del mercato italiano fornita dal presidente della Confederazione Italiana della vite e del vino – Unione italiana vini (Uiv) Andrea Sartori, all’assemblea annuale.
Convivi più casalinghi dunque, in linea con lo slogan in voga negli Usa, come ricordato da Sartori, ‘frugality is a hip’, la frugalità va di moda per cui spendere meno non appare obbligato ma virtuoso.
Per quanto riguarda il mercato all’origine, salvo effetti imprevedibili che avranno le applicazioni dell’Ocm vino (organizzazione comunitaria di mercato) da agosto, «arriva per il consumatore – ha detto Sartori – un momento positivo: non si intravedono aumenti all’orizzonte, e anche se la vendemmia risulterà “a norma”, dovremmo registrare prezzi stabili, peraltro sia per quest’anno che per il prossimo, con una tendenza a grande stabilità. Tuttavia, se con la nuova Ocm molti produttori sceglieranno di aderire alla formula dei vini da tavola varietali, le rese per ettaro enormi andrebbero a deprimere drammaticamente i valori di filiera e ciò rappresenterebbe – ha concluso il presidente Uiv – un colpo pesante per i produttori, i cui realizzi andrebbero sotto i livelli di sopravvivenza».
Rita Vecchio