L'IMPRESA
Dopo i torroncini, le uova pasquali e i panettoni un altro prodotto dell'azienda catanese. Un dolce da fine pasto. Storia di un marchio nato quasi per caso che ora apre pure i negozi monomarca. “Il nostro segreto? Mandorle e miele solo siciliani e altri ingredienti di alta qualità”
Condorelli
punta al dessert
Condorelli punta al dessert. Sarà la novità del 2008 dell'azienda di Belpasso, in provincia di Catania, famosa in Italia e nel mondo per i suoi torroncini morbidi. Top secret l'idea. Trapela soltanto che per portare a frutto il progetto c'è una collaborazione con uno chef siciliano importante e che sarà una linea di dolci alla moda con cui poter concludere un pasto o da poter mangiare in qualsiasi momento della giornata.
«Diremo qualcosa di più tra qualche mese – ammette Giuseppe Condorelli che oggi, dopo la scomparsa del padre, il cavaliere Antonino Francesco, avvenuta nel 2003, ha preso le redini dell'azienda come amministratore unico -. Diciamo che punteremo a fare un prodotto di alta qualità, come sempre».
Non è l'unica novità per la Condorelli. C'è dell'altro. Per esempio, dopo aver aperto un punto vendita alla fine di maggio a Catania con un apposito negozio monomarca, l'azienda di Belpasso punta ad avviare altri negozi in franchising nelle grandi città italiane come Roma, Milano e Napoli. Non solo: c'è anche il desiderio di rafforzare l'export – oggi la Condorelli spedisce all'estero solo il 5 per cento della produzione – sia consolidando la presenza in Svizzera, Germania e Nord America («Ci sono grandi margini di crescita»), sia puntando a un Paese un po' difficile, dal punto di vista commerciale, come la Francia.
Parliamo di torroncini. «Non abbiamo dimenticato l'approccio artigianale. Il segreto – racconta Condorelli – sta sempre nell'uso di materia prima di alta qualità. Mandorle, miele, albume e zucchero. Nient'altro. Ma le mandorle sono quelle siciliane, varietà autoctone come Fascionella, Tuono, Romana, Corente e altre ancora. Il miele è quello di Zafferana Etnea. O quello di Zagara o quello di Acacia. Lo preferiamo monoflora perché così ha profumi meno invadenti per il torrone. I pistacchi, beh, giochiamo in casa, sono quelli di Bronte». Suo padre, garzone di pasticceria, classe 1912, rimase impressionato una volta nel dopoguerra, a casa di amici piemontesi, dalla fatica per tagliare un normale torrone. Tanto che si convinse a volerne produrre uno morbido. Così fu. E nacquero i torroncini. Erano gli anni '50. Ma la svolta avvenne nel 1983 quando la Condorelli divenne lo sponsor per nove puntate di «Domenica In», allora condotta da Pippo Baudo, forse all'apice della sua carriera. «Ci costò una cifra, ben 300 milioni di lire. Soldi ben spesi – ricorda Giuseppe Condorelli -. Perché da quel momento fu il boom, inarrestabile». Gli ingredienti sono sempre quelli: mandorle, al 50 per cento, e l'altra metà zucchero, albume e miele, cottura di trenta minuti a 110 gradi. Risultato: la dolcezza coniugata alla morbidezza.
Arriva un produttore di miele a scaricare i fusti nello stabilmento di contrada Timpa Magna. Il miele è davvero quello etneo. Alcuni dei 53 dipendenti fissi (ma a fine anno arrivano anche 70 stagionali) prende in consegna il miele. Oggi la Condorelli fattura 18 milioni di euro e produce quasi mille tonnellate di torrone all'anno. Nei momenti di punta si lavorano 70 quintali di mandorle al giorno che fanno anche 15 mila chili di torrone. Niente male per un'azienda che fa un prodotto semi-artigianale. Oggi il catalogo in mano agli 82 agenti in giro per l'Italia tra oltre seimila clienti, consta di 160 prodotti: torroncini ma anche uova pasquali, panettoni e tanto altro ancora. C'era spazio per il dessert. «Lo faremo».
Fabrizio Carrera