IL PRODOTTO
Ecco il miele di nespolo firmato dall’ape nera sicula che non si ferma nemmenno in inverno. I consigli del produttore: ha anche proprietà anti-infiammatorie
Buono,
dolce e curativo
Con l’ape nera sicula, è assicurato, l’anno inizia sempre con dolcezza. Il miele di nespolo firmato da questa sottospecie preannuncia una primavera anticipata almeno nel gusto.
Un’esplosione di profumi che nessun altra tipologia di miele riesce ad eguagliare. Frutto della generosità e di una laboriosità che non si ferma neanche con la stagione fredda. “Il miele attesta proprio l’alta potenzialità riproduttiva dell’ape, l’unica a non avere il blocco genetico in inverno. Grazie a lei possiamo gustare anche quello di mandorlo”. La smielatura in casa Amodeo si è fatta i primi di gennaio e per gli amatori del netare dalla grana finissima e dal colore candido ve ne saranno a disposizione solo 2.200 vasetti. Un quantitativo che sarà di sicuro conteso, data l’elevata qualità organolettica di quest’annata. Talmente gradevole e irresistibile che lo stesso Amodeo ammette di averne già fatto letteralmente fuori tre chili in due settimane: “Ha un gusto intensissimo, ricorda il sapore della mandorla amara, sprigiona una tale intensità di aromi che quasi stordisce i sensi”. La sua peculiarità è il bouquet che lo caratterizza. “Mantiene tutto il profumo del fiore perché in inverno con le temperature rigide i fiori trattengono tutta la fragranza, più che in estate quando con il calore in parte si disperde”. Come consiglia l’apicoltore il modo migliore per apprezzarlo è degustarlo con il cucchiaino, mentre con il tè raggiunge la massima esaltazione, e dulcis in fundo, sarebbe il caso di dire, una rivelazione del gusto, che potrebbe far storcere il naso ai puristi, lo diventerebbe se assaporato come esaltatore dell’aroma del caffè espresso. “La complessità aromatica non altera i sapori, si armonizza con tutto – assicura Amodeo -. È delicatissimo. Addirittura migliora l’aroma del caffè”. Non solo buono ma anche curativo poiché questo miele ha proprietà anti infiammatorie. E poi una memoria d’eccezione del territorio. Raccolto nell’areale tra Trabia e Ciaculli descrive e fotografa la natura che ancora sopravvive in quei pochi giardini rimasti nella parte terminale della Conca d’Oro. “Oramai su Trabia gli alberi di nespolo si sono ridotti drasticamente – dice Amodeo -. Di miele se ne può produrre solo una piccola quantità. Parliamo infatti di crisi di reddito a causa della speculazione edilizia, dato che la zona è diventata edificabile. Portiamo pochissime api, la concorrenza oggi è maggiore”.
M. L.