L’ALLARME
Cresce il numero dei prodotti alimentari italiani falsificati e poi distribuiti in tutto il mondo. La Coldiretti li ha scoperti. Boom in Usa e Cina
Made in tarocco
Alimentari tarroccati, avanti tutta. In vendita negli Usa la mortadella Bologna ottenuta con carne di tacchino. E ancora il pecorino made in Cina con l’immagine di una mucca stampata nella confenzione, la polenta che diventa ”palenta” in Montenegro, il barbera che è un comune vino bianco sugli scaffali di un supermercato rumeno.
Sono alcuni dei prodotti alimentari tipici falsificati che la Coldiretti ha scoperto nel mondo. Accanto al Chianti californiano e alla Fontina svedese, si trovano la Ricotta australiana e imitazioni di gorgonzola, soppressata calabrese, salame toscano, asiago e pomodori San Marzano ”spacciati” come italiani. Il formaggio Parmesan (finto parmigiano) è la punta dell’iceberg ed è diffuso in tutto il mondo, ma c’è anche il Romano prodotto nell’Illinois con latte di mucca anziché di pecora, il Parma venduto in Spagna senza alcun rispetto delle regole del disciplinare del Parmigiano Reggiano o la Fontina svedese molto diverse da quella della Val d’Aosta, l’Asiago e il Gorgonzola statunitensi o il Cambozola tedesco imitazione grossolana del formaggio con la goccia. La lista è lunga anche per i salumi con la presenza sulle tavole del mercato globale di falsi salami Toscano, Milano e addirittura di soppressata Calabrese tutelata dall’Unione Europea come prodotto a denominazione di origine. E non mancano casi di imitazione tra i prodotti simbolo della dieta mediterranea come il Pompeian olive oil che non ha nulla a che fare con i famosi scavi, ma è prodotto nel Maryland, o quello Romulo dalla Spagna con la raffigurazione in etichetta di una lupa che allatta Romolo e Remo. Pasta milaneza prodotta in Portogallo, risotto tuscan e polenta dagli Usa sono alcuni esempi di primi piatti taroccati mentre tra i condimenti risaltano i San Marzano: pomodori pelati ”grown domestically in the Usa” e la salsa Bolognese dall’Estonia. Non sfugge al tarocco anche il vino simbolo del Made in Italy come il Chianti ”clonato” nella Napa Valley in California, mentre tra le curiosità da ricordare ci sono il caffè Trieste italian roast espresso prodotto in California con confezione tricolore e i biscotti Navona prodotti in Bulgaria. In Cina il falso Made in Italy è arrivato prima di quello originale e rischia di comprometterne la crescita. Si produce in Cina l’86% degli oltre 250 milioni di articoli contraffatti sequestrati alle frontiere nell’Unione europea in un anno. Oltre all’abbigliamento, scarpe e tecnologici di uso comune, i falsi cinesi riguardano in misura crescente falsificazioni pericolose, cioè quelle riguardanti generi alimentari, prodotti per la cura personale e medicinali che sono aumentate del 400% in Europa. Nonostante alcune sporadiche anche se importanti vittorie (quali ad esempio la sentenza della Corte Suprema di Pechino che ha confermato la condanna all’azienda cinese Montresor che aveva messo sul mercato cioccolatini ”Tresor Dor” con confezione uguale a quella dei Ferrero Rocher), molto resta ancora da fare. Sui banchi dei supermercati di Pechino il prodotto finto è’ spesso arrivato prima di quello originale e sono numerosi i prodotti del falso Made in Italy: dal Parmesan al Provolone, dall’extravergine alla mozzarella che vengono dall’estero, ma anche quelli di produzione locale come i pomodorini di collina, pomodori pelati, caciotta (Italian cheese).
Elena Mancuso