IL PREMIO
Il meglio dell’enogastronomia e dell’accoglienza siciliane in passerella. Torna Best in Sicily, il 26 gennaio al Villa Igiea Hilton di Palermo. Ecco i profili dei 12 premiati
Segni particolari?
Eccellente
L’eccellenza in passerella. Il 26 gennaio al Villa Igiea Hilton di Palermo a partire dalle 17 si celebra il mondo dell’enogastronomia e dell’accoglienza: protagonisti tra i migliori in assoluto produttori di vino, ristoratori, albergatori, cuochi, casari, pasticceri ed altri ancora. È questo l’obiettivo di Best in Sicily, il premio ideato da Cronache di Gusto e giunto alla terza edizione.
I nomi dei premiati dell’edizione 2010 li abbiamo resi noti nei giorni scorsi su questo giornale on line. Un premio che vuole essere un riconoscimento ma anche uno stimolo affinché le difficoltà quotidiane, la stanchezza o altri problemi non portino a gettare la spugna o a mollare la presa. La Sicilia dell’eccellenza non può permetterselo. La consegna dei premi sarà preceduta da un dibattito il cui titolo ha un doppio senso: “Eccellenza enogastronomica e (è) sviluppo”. Per poter dire che oggi l’eccellenza in Sicilia si affianca allo sviluppo ma non è ancora sviluppo. Perché? Cercheremo di scoprirlo con alcuni rappresentanti istituzionali ed esperti del settore. Qui di seguito invece trovate i profili del 12 premiati. Mini biografie di uomini e attività che sono il fiore all’occhiello della Sicilia più buona.
F. C.
MIGLIOR PRODUTTORE DI VINO
Marco de Grazia, Tenuta delle Terre Nere – Randazzo (CT)
La Marco de Grazia Selections, con sede a Firenze, è alle soglie del trentennale di attività nella selezione ed import di eccellenti aziende del vino italiane, oggi rappresentate negli Usa, Australia, Asia ed altre parti d’Europa e del mondo (tranne l’Italia). I nomi nel portfolio costituisconola storia del vino italiano. Ma non è per questa attività che assegniamo a Marco de Grazia il premio “Best in Sicily” nella categoria vino. Sintetizzare in poche righe l’uomo che si è distinto in Sicilia,sull’Etna, per aver promosso, come nessun altro prima, vini raffinati, eleganti, belli, vini per i quali pochi hanno conservato memoria, è cosa inattuabile che ci ripromettiamo in futuro di fare in maniera estesa. Qui valgano pochi numeri e informazioni chiare: 22 ettari presso Randazzo , versante Nord su 8 appezzamenti diversi, tra cui Guardiola, Calderara, Feudo di Mezzo e Santo Spirito, per un totale di 100.000 bottiglie prodotte. A ben vedere, una quantità in linea con le rese dei migliori Cru di Borgogna. Si, perché, in effetti, tra Borgogna, Piemonte e l’Etna, non èdifficile intravederlo, c’è un fil rouge che le lega intimamente. E proprio la Borgogna ed il Piemonte sono state le sue passioni e i modelli che oggi rievoca per “Terre Nere”. Sarà, quindi, la sensibilità di enologo nata con la sola esperienza sin dall’età di 16 anni, sviluppata nella zona di Carmignano e proseguita sino ad oggi in Sicilia, sarà la sensibilità acquisita negli studi e culminata con la laurea in letteratura greca/antropologia culturale ottenuta presso la Berkley University of California, sarà per la fantasia e la capacità imprenditoriale all’estero ed applicata al vino, un segmento certo complesso e ricco di sfumature, sarà per le capacità di lottatore fiero e instancabile in una terra difficilecome questa. Sta di fatto che l’intuizione è fenomenale e porta alla luce delle rare perle “nere”, e bianche, di Sicilia. Accenniamo, per chiudere, di una sua piccola azienda, sempre sull’Etna, e dedicata alla figlia, “Le Vigne di Eli”. Cinquemila bottiglie in tutto, il cui utile è destinato all’istituto pediatrico Meyer di Firenze.
MIGLIOR RISTORANTE
Locanda di Don Serafino - Ragusa
Sicuramente i fratelli La Rosa quando hanno pensato il nuovo ristorante avevano l’obiettivo di fare un locale in grado di soddisfare, da un lato i palati più esigenti e i gourmet più intransigenti, continuando a proporre la cucina raffinata e creativa dello chef Vincenzo Candiano e dall’altro, quello di stupire i cultori della bellezza – applicando il concetto del bello del filosofo Kant – con la ristrutturazione della nuova sede ricavata, grazie all’accurato restauro dell’architetto Mancini, dai magazzini e la cantina della chiesa sconsacrata di S. Maria dei Miracoli, patrimonio dell’Unesco. Il locale, che si articola in diverse sale, una delle quali è una grotta naturale, è arredato con mobili moderni che ben si armonizzano alla pietra pece dei pavimenti e alle pareti in pietra, ha due terrazze panoramiche e un giardino profumatissimo di erbe aromatiche. Il ristorante, che da qualche anno ha la stella Michelin, ha scelto di utilizzare sopratutto materie prime del territorio, possibilmente a Km. zero, rispettando la stagionalità dei prodotti. Lo chef nel creare i suoi piatti trae ispirazione dai ricordi dei sapori della cucina tradizionale, specialmente quella di casa. Tra i piatti proposti, si segnalano il coniglio alla “stimpirata”, lo sformatino di verdure arrosto su ricotta Iblea e cialda di ragusano, gli spaghetti al nero con ricci, ricotta e seppia, il filetto di manzo in tabacco da pipa con patate in crosta di sale, il tenero di baccalà. Strepitosa e suggestiva la cantina sotto il livello del suolo, con oltre mille etichette di vini nazionali – soprattutto Sicilia, Piemonte e Toscana – e stranieri, con prevalenza dei vini francesi. L’intenzione dei proprietari è quella di coccolare l’ospite a tutto tondo per cui, oltre alle cose già descritte, ci sono anche un american/cocktail bar e un Cigar corner.
MIGLIOR PRODUTTORE OLIO
Francesco Pellegrino , Terre di Shemir - (Guarrato) Trapani
Sono 3.000 gli alberi di ulivo, tra Nocellara del Belice, Biancolilla e Cerasuola, che producono i due splendidi oli extravergine di oliva “U Trappito”, nelle due versioni intenso e delicato. Nasce così Terre di Shemir. La resa è bassissima, appena del 7% (vuol dire che per ogni 100 kg di olive si ottengono appena 7 kg di olio). Nei 36 ettari di Lara Creuso, milanese, e Francesco Pellegrino, un appezzamento incantevole con vista sulle Egadi, si produce anche del buon vino. L’attività inizia nel 1996 con l’acquisizione del terreno e con il pallino di produrre la qualità migliore, senza scorciatoie. Una scelta difficile da percorrere, soprattutto quando il miraggio dei contributi di settore favorisce la quantità e non la qualità. Dopo alcune prove in monocultivar, la scelta di prodotto ricade sul “blend” Nocellara-Biancolilla-Cerasuola, raccogliendo le olive in periodi differenti per evidenziarne ora l’aspetto intenso, con raccolta tra settembre e ottobre, ora l’aspetto morbido e delicato, con raccolta a fine novembre. Il successo è stato immediato. Le 25.000 bottiglie totali, nel formato da mezzo litro, sono esportate per il 60% nel mondo, mentre il 40% resta in Italia. Troppo poche per soddisfare tutte le richieste.
MIGLIOR PASTICCERIA
Cappello – Palermo
La pasticceria Cappello a Palermo è talmente nota che non ha bisogno di presentazioni. Aperta da quasi mezzo secolo, prima come latteria e gelateria, negli anni con le nuove generazioni e grazie alla grande professionalità e alla passione di Salvatore Cappello, al quale si è aggiunto oggi il figlio Giovanni, questo locale è diventato punto di riferimento per tutti gli appassionati di cioccolato e dolci a base di mousse le più varie. Se ripercorriamo la storia della cioccolateria a Palermo, possiamo sicuramente annoverare Salvatore Cappello tra gli innovatori, tra coloro che hanno traghettato il gusto cittadino dal sapore del surrogato a quello del cioccolato fondente e al latte, fatti con materia prima autentica, di qualità. Dopo diversi stage e corsi di aggiornamento in Piemonte e in Francia, negli anni novanta il maestro pasticcere Cappello è stato tra i primi a produrre oltre la pasticceria tradizionale siciliana, anche le cosiddette “torte moderne” così come oggi le conosciamo, composte da diversi strati di pan di spagna, croccante e mousse varie. Salvatore Cappello, membro da più di dieci anni dell’Accademia maestri pasticceri Italiani, aderendo a quanto stabilito dallo statuto, è stato tra i primi ad introdurre l’uso del burro in sostituzione della margarina.Da un anno, al locale storico di via Colonna Rotta se ne è affiancato un altro in pieno centro, vicino al teatro Politeama, che fa anche da sala da tè. Tra le bontà proposte la frutta martorana, la cassata siciliana, i cannoli, le sfinge, la pasticceria secca di mandorle e pistacchi, le mousse di pistacchi di Bronte, la torta setteveli, la torta volo, la mousse di cioccolato bianco alla vaniglia di Tahiti, la torta Kenia, solo per citare le più note, e poi una grande varietà di praline e cioccolateria. Entrando in una delle pasticcerie Cappello si rimane sedotti e quasi soggiogati dalla bellezza, dai profumi, dalla varietà e golosità dei dolci esposti in vetrina, vera tentazione contro ogni sano proponimento di dieta.
MIGLIOR COMUNE PER L’OFFERTA ENOGASTRONOMICA SUL TERRITORIO
Ragusa
Una perla del Barocco, una culla dell’enogastronomia. Ragusa, la città dei ponti, l’isola nell’isola, è il capoluogo siciliano dell’eccellenza. Ottima per accoglienza e ristorazione, riluce anche in fatto di prodotti alimentari naturali, volti ad esaltare il territorio nelle sue più pregiate qualità. Quest’anno è il centro urbano che riceverà il premio Best in Sicily 2010 come miglior comune della Sicilia. E il suo rappresentante non può essere nessun altro se non il primo cittadino Nello Dipasquale, sindaco dal 2006, alla dirigenza di una giunta che fa capo al Pdl. “Ragusa è molto cresciuta negli ultimi anni – spiega -, con uno sviluppo nell’immagine sia a livello nazionale che internazionale. Ha tante qualità ed eccellenze – continua -. Basti pensare che è l’unica città con 18 monumenti considerati patrimonio dell’Unesco, che è bandiera blu per il suo mare, che è la terra in cui si producono formaggi e oli di prim’ordine, ma anche all’alta qualità di hotel e ristoranti famosi a livello mondiale. In più – aggiunge –, nella provincia si produce il vino Cerasuolo di Vittoria”. Ragusa, infatti, è una delle poche città italiane che vanta l’onore di prestare il suo nome ad uno dei più antichi formaggi dell’Isola, il Ragusano appunto. A pasta filata, questo beneficia della denominazione di origine protetta (Dop) ed è prodotto in tutta la provincia della città. Non da meno è la lavorazione dell’olio con l’extravergine di oliva Monti Iblei Dop, la cui varietà più pregiata è quella Tonda Iblea, prodotta anche nel territorio di Ragusa. Ed accanto all’enogastronomia, la città iblea primeggia per alberghi e ristoranti che rispettano elevati standard di qualità.
MIGLIORE MACELLERIA
“Il Punto della Carne” – Cefalù (PA)
Tornare indietro nel tempo di oltre cinquant’anni. Immaginare una famiglia e il suo allevamento nella zona delle Madonie. Pensare a dei fratelli che hanno dato l’avvio ad un’azienda che ancora oggi continua la sua tradizione attraverso le mani dei loro figli. Sembra un sogno, lo è. È il sogno diventato realtà di Aldo Blasco, vincitore per il 2010 del premio Best in Sicily come migliore macelleria. A Cefalù, in provincia di Palermo, infatti, insieme ai suoi due cugini Aldo e Francesco, gestisce “Il Punto della Carne”: una macelleria rilevata nel 2005 da Gaetano Fertitta ma in cui lui e la sua famiglia sono sempre stati di casa, essendone i fornitori. “Alle spalle di questo punto vendita – racconta – c’è tutta la mia famiglia, mio padre e i suoi fratelli con i loro allevamenti a Gangi, nelle Madonie”. Già, perché i prodotti venduti a Cefalù non sono altro che le carni e i preparati provenienti direttamente ed esclusivamente dai suoi allevamenti certificati di bovini e ovini. “Manteniamo gli stessi clienti di sempre – continua – ma soprattutto i nostri prodotti, quelli che conosciamo, le tipicità di questa terra”. Così, nascono dei preparati decisamente “siculi”, dove il sapore della carne si fonde con quello del pistacchio di Bronte nel caso degli involtini, e quello del tritato condito con parmigiano e uova si unisce al gusto del prosciutto e della provoletta delle Madonie nel caso dei fazzoletti. “Fondamentale – aggiunge Aldo Blasco – è valorizzare la nostra terra e i frutti che la caratterizzano, produrre a chilometro zero con i sapori siciliani”. Le carni vendute ne “Il Punto della Carne” provengono da animali allevati per sette mesi allo stato brado e che sono poi sottoposti ad un periodo di ingrasso in stalla, con mangimi preparati nella stessa azienda, che varia dai 5 mesi per le femmine agli 8 per i maschi. Aldo Blasco, intanto, sta pensando di espandere la propria attività anche ai prodotti di salumeria.
MIGLIOR FORNAIO
“Panificio Parisi” – Carlentini (SR)
Trasformare i prodotti della terra ritornando alle loro origini, rispettandone il valore, il gusto, l’odore. Francesco Vescera ci ha provato e ci è riuscito con il suo “Panificio Parisi” di Carlentini (in provincia di Siracusa) e insieme agli agricoltori siciliani, alla Stazione Sperimentale di Caltagirone, all’Università di Catania e alcuni altri enti di ricerca. Ha portato alla ribalta i pani monovarietali e il grano, con lui, è tornato ad essere il protagonista del processo di panificazione e dei prodotti stessi. Per questo 2010, è il vincitore del Best in Sicily come miglior fornaio. “In Sicilia ci sono delle risorse inesplorate, delle potenzialità taciute” dice dal punto di vista di un uomo della Brianza che si è spostato nell’Isola a tre punte per amore e che è entrato a far parte di una famiglia di panificatori che affonda le origini della propria attività nella fine dell’Ottocento. Fra i pezzi forti della produzione, prima ancora dei pani monovarietali, il pane di Lentini: “Confrontando questo prodotto di grano duro in purezza con quello fatto nelle altri regioni d’Italia – racconta Francesco Vescera –, mi sono accorto che ne usciva sempre vincente. Così, seguendo le indicazioni dei contadini e lavorando in collaborazione con gli enti di ricerca, abbiamo prodotto i pani monovarietali e ripristinato un’unione tra il mondo rurale e quello della trasformazione”. Tra i pani monovarietali il più richiesto è sicuramente quello di Tumminia: “L’unico al mondo ad avere una carta d’identità attraverso cui risalire ai luoghi della sua produzione e che la Sovrintendenza ai Beni Culturali sta pensando di far diventare patrimonio dell’umanità” –, ma ci sono anche il Russello, il Margarito, il Tripolino, il Trentino, il Francese e la Bufala.
MIGLIOR PIZZERIA
Al Giardino – Palermo
Non solo una pizza, ma le migliori specialità italiane in un unico locale. Pizza napoletana, sfincione palermitano, rianata trapanese, «cuddurune» siciliano, sono solo alcune delle proposte gastronomiche de “Al Giardino” a Palermo. Il segreto del pizzaiolo? Sta nella scelta di lavorare con lievito madre e nella cura per il dettaglio, legata ad un profondo amore per la pizza in tutte le sue varianti. Ed una grande attenzione alla materia prima. Ma bisogna provare a mangiarla la pizza di Dario Genova che riceverà il premio Best in Sicily per comprendere quanto è buona. Genova si definisce un pizzaiolo per caso che ha cominciato la sua professione venti anni fa grazie al forno a legna di casa. Lui racconta che se non avesse avuto la fila di amici e parenti dietro la porta non avrebbe mai pensato di farne la sua professione.
MIGLIOR ALBERGO
Poggio del Sole Resort – Ragusa
È l’intuizione e l’amore per la propria terra che, nel 2004, spinge Vincenzo Scrofani, già patron di due celebri ristoranti di Ragusa, La Pergola e il Baglio, a coinvolgere alcuni rami di parentela allo scopo di investire energie e capitale personale in una struttura alberghiera. Senza alcun contributo pubblico. In questi casi, si sa, tutto è molto più rapido e ben riuscito. Così, il nuovo resort Poggio del Sole inaugura nel giugno del 2006 in uno dei punti più affascinanti dell’altopiano ibleo, fitto dicarrubi, ulivi e muretti a secco. La struttura ha previsto la ristrutturazione di una dimora ottocentesca e dei suoi edifici rurali annessi, magazzino delle derrate alimentari, stalle, scuderia e foresteria. In sintesi: 68 camere, di cui 2 suite,12 junior suite, 2 camere superior, 52 camere classic, due ristoranti – il Ristorante dell’Angelo (gourmet) e una Hosteria - la cantina per degustazioni, un lounge & cocktail bar “Maizé”, un bar nella Hall, un centro congressi, un centro fitness & wellness SPA (prossima apertura), una piscina scoperta, un anfiteatro esterno da 500 posti, il parcheggio ed il garage. Un dettaglio: la pasticceria di casa, che abbiamo avuto modo di verificare personalmente durante le esemplari colazioni, è di raffinata qualità. Concludendo: la proprietà è interamenteragusana di imprenditori locali, il capitale è personale/privato, nessuna richiesta di contributi allo Stato, il risultato è gradevole al punto da superare la proverbiale diffidenza dei ragusani e da attirare del buon turismo straniero (tra gli ospiti eccellenti citiamo Susan Sarandon). Che dire se non “Best in Sicily”?
MIGLIOR PRODUTTORE DI FORMAGGIO
Mario Mirabile – Santa Lucia del Mela (ME)
Latte crudo, rigorosamente crudo, pascolo libero e quella voglia di non rinunciare al sapore del formaggio di una volta, ecco le parole chiave di un prodotto che non conosce tempo, il maiorchino, che viene lavorato ancora oggi come ieri, salandolo a giorni alterni e lasciandolo riposare sotto un occhio vigile ed esperto. Mario Mirabile con grande esperienza – e anche tante difficoltà non nascoste – è un profondo conoscitore sia del territorio, quei Monti Peloritani zona vocatissima per i pascoli e gli allevamenti sia degli animali che alleva con cura: mucche, pecore e capre. Perché un vero Maiorchino è talvolta l’insieme di queste varietà di latte. Un formaggio storico dal sapore senza eguali. Ma solo se è fatto con sapienza e senza la ricerca di inopportune scorciatoie. E Mirabile non cerca scorciatoie. Ma solo il formaggio più buono.
MIGLIOR BAR
Irrera - Messina
Quest’anno sono cento anni che la pasticceria Irrera di Messina, oggi anche bar, delizia i messinesi con la sua produzione pasticcera. All’insegna della qualità, a partire dalla selezione accurata delle materie prime usate, i prodotti di questo locale mantengono ancora oggi, periodo caratterizzato dalla globalità , la caratteristica di produzione artigianale di nicchia. Tra le specialità si segnalano i cornetti fatti con il burro, ripieni di creme invitanti, le grosse brioche ben lievitate da abbinare alle golose granite, vanto del locale e della tradizione messinese, ai gusti caffè, limone e, quando è stagione, alle fragole di bosco. Per la granita al caffè si usa quello fatto ancora, come una volta, con la napoletana. Una ventina i gusti, quelli classici, di gelato prodotto artigianalmente, buono il caffè, una miscela a base di arabica, fatto a regola d’arte. Molto varia la produzione pasticcera che comprende tutto il repertorio tradizionale, compreso la classica “pignolata” messinese, glassata al cioccolato e al limone, che qui è veramente molto buona. Da segnalare anche la cassata siciliana, vanto del locale, meno dolce del solito, la pasticceria secca a base di mandorle e pistacchi, la torta letizia con mandorle e ripieno di cedro candito. Per la pausa pranzo si possono gustare dei sandwich, tramezzini e panini. Varia l’offerta di aperitivi. Il locale, dall’arredamento elegante, è stato ristrutturato qualche anno fa e si trova a piazza Cairoli, nel cuore di Messina.
AMBASCIATORE SICILIANO DEL GUSTO NEL MONDO
Filippo La Mantia, chef e titolare del ristorante dell’hotel Majestic in via Veneto, Roma
Spedisce la sua caponata a John Travolta a Los Angeles, ma ha nostalgia delle urla dei venditori ambulanti. Ha cucinato circa un mese fa per il presidente della Repubblica Napolitano, ma gli manca il pane di Monreale. Eppure lui la sua Sicilia non l’ha abbandonata, ma se l’è portata dietro, nel cuore di Roma, dentro al suo ristorante, dove circolano il 99% di prodotti siciliani, dagli ortaggi ai vini. È lì che ha fatto del pesto di agrumi la sua bandiera, servendola ai palati di mezzo mondo. Ha introdotto sul menu la “Caponata for life”, di cui una somma è destinata alla beneficenza. È riuscito a snellire la cucina siciliana di aglio e cipolla, così come la «nouvelle cuisine» delle creme e delle panne, riuscendo a mantenerne l’essenza originale.
Testi a cura di Laura Di Trapani, Francesco Pensovecchio, Paola Pizzo e Annalisa Sagona