L’EVENTO/1
A fine mese la prima sagra dedicata al formaggio che ha appena ottenuto il riconoscimento Dop. Il presidente del Consorzio di tutela: “Un’occasione per far conoscere le sue caratteristiche: fatto con latte ottenuto da pecore allevate al pascolo e lavorato utilizzando attrezzature storiche”
La Vastedda
fa festa
Ha meno di un mese di vita come prodotto Dop ma il suo gusto tipico e delicato è noto da tempo, tanto che il Consorzio per la Tutela del formaggio Vastedda della Valle del Belìce, in collaborazione con il Comune di Menfi, in provincia di Agrigento, e la sezione operativa dell’assessorato regionale Agricoltura, ha deciso di dedicarle una sagra.
Sabato 26 gennaio, dalle 10 alle 20, il centro polivalente di Menfi ospiterà mostre, degustazioni, dimostrazioni e animazione per promuovere ed esaltare le caratteristiche della Vastedda, un formaggio a pasta filata ottenuto da latte ovino intero crudo che si inserisce a pieno titolo nell’antica tradizione dei formaggi a pasta filata prodotti in Sicilia e che dal 14 dicembre scorso è diventato “di origine protetta”. Quattro i produttori che saranno presenti negli stand allestiti per l’occasione: Cucchiara di Salemi, Cangemi di Partanna, Giocondo di Poggio Reale e Mangiaracina di Sambuca.
“La sagra – spiega Massimo Todaro, presidente del Consorzio Vastedda del Belìce – sarà un’occasione per far conoscere le caratteristiche di questo formaggio che, per essere Dop, deve essere fatto con latte ottenuto da pecore allevate al pascolo e lavorato utilizzando attrezzature storiche come le antiche palette di legno per la filatura, le ceste di giunco dove viene lasciata maturare la cagliata o i piddiaturi, piccoli tini di legno dove viene fatta la filatura, fino al piatto in ceramica che consente al formaggio di assumere la caratteristica forma di vastedda”.
Deve il suo nome alla somiglianza con la guastedda, una sorta di gustosa focaccia di pane spesso, condita con abbondante ricotta fresca e, come racconta Slowfood, “la vastedda della Valle del Belìce è, se non l’unico, sicuramente uno dei pochissimi formaggi ovini a pasta filata del mondo. La ragione di questa rarità sta nel fatto che il latte di pecora mal si presta alla filatura”.
“Organizzeremo due eventi attorno ai quali ruoterà la manifestazione – continua Todaro – un abbinamento con i vini del territorio ed una dimostrazione del vario utilizzo della Vastedda in cucina”. Uno chef proporrà una serie di preparazioni per esaltare le caratteristiche del formaggio: dai primi piatti, all’abbinamento dolce con marmellate di agrumi o bergamotto, fino al modo più classico e gustoso di assaggiarla, condita con olio di oliva extra vergine, naturalmente siciliano e origano. “Il nostro obiettivo – conclude Todaro – è quello di mostrare la versatilità di questo formaggio dal sapore di latte e dal gusto delicato e fresco e ricchissimo di fermenti lattici vivi mantenuti grazie alle modalità di preparazione che consentono anche di sviluppare aromi e sapori che non si riscontrano in altre paste filate”.
Clara Minissale
Il programma della sagra
9.30 Apertura Sagra
10.00 ““Il Formaggio Vastedda della Valle del Belìce DOP nella cucina siciliana”
Dimostrazione gastronomica a cura degli chef locali
Interverranno:
Antonino Buscemi -Sindaco di Menfi
Francesco Gagliano – assessorato regionale Agricoltura e foreste
Dirigente Responsabile U.O. 73 – Menfi
Paolo Girgenti – assessorato regionale Agricoltura e foreste
Dirigente Coordinatore Servizio XI – Servizi allo Sviluppo
Donatella Manzo – assessorato regionale Agricoltura e foreste
Dirigente U.O. 40 – Tutela e qualità
Massimo Todaro – Consorzio per la tutela della Vastedda della Valle del Belìce
Stefano Sutera – Associazione regionale allevatori della Sicilia – Agrigento
Mario Liberto – assessorato regionale Agricoltura e foreste – Servizio IX
13.00 Degustazione dei piatti preparati
16.00 Degustazione guidata formaggi tipici siciliani in abbinamento con i vini locali
Pietro Pappalardo – consigliere nazionale Onaf
Erina Migliore – Slow Food – Menfi
18.00 Preparazione della Vastedda della Valle del Belìce
Zabbinata a cura dei casari locali