“Sarà una grande annata”
“Nonostante la peronospera, prevedo un’annata di buona qualità”. Elio Marzullo, amministratore delegato dell’Assovini, non nasconde il suo ottimismo. “Sì, è vero, c’è stato un grande grido di allarme – ammette –, ma le uve vendemmiate erano di ottima qualità, quindi mi aspetto dei risultati positivi. Prevedo qualità con punte di eccellenza in varie zone della Sicilia”.
Ottima annata, dunque, anche se la quantità è inferiore rispetto al passato…
“Sì, è inferiore, per colpa del grande caldo di questa estate ma anche per la peronospora. In Sicilia si è verificato un calo del 30-35 per cento. Una diminuzione che ha colpito soprattutto la provincia di Trapani con un calo che in alcune zone ha raggiunto anche il 65 per cento. La qualità però non è in discussione”.
Sicilia en Primeur sarà il primo banco di prova?
“Sì, verrà presentata la produzione e cento giornalisti della stampa mondiale potranno degustare i vini della vendemmia 2007”.
Ma come sta il vino siciliano?
“Sta bene, nonostante il caldo e la peronospora. Sta bene perché sta continuando il processo di qualificazione, ma l’Isola può ancora esprimere tutto il suo potenziale. Si pensi che solo il 20-21 per cento del vino finisce in bottiglia. Ci sono allora ampi margini di miglioramento. Lo dimostra anche un fenomeno sempre più diffuso: nella ristorazione è molto più facile trovare dei vini siciliani. Mentre in passato c’era spazio soprattutto per quelli delle altre regioni”.
C’è una spiegazione a questa inversione di tendenza?
“La maggiore promozione della qualità dei vini siciliani e una nuova cultura propria del consumatore che adesso è molto più esperto di prima e vuole conoscere l’origine dei vini. Adesso a tavola il vino è sempre più oggetto di discussione, c’è chi si riunisce con lo scopo di degustare e magari organizza un intero menu attorno ad una bottiglia”.
Ma come può crescere ancora il settore in Sicilia?
“Occorre investire di più su una strategia operativa complessiva. Mi spiego: l’organismo pubblico dovrebbe puntare di più su ricerca, indagine, promozione e comunicazione. Mentre al momento si lavora solo per singole iniziative. Un piano complessivo favorirebbe anche le piccole aziende che non hanno la possibilità di investire molto sulla comunicazione e sul marketing e che dunque si dedicano solo alle pubbliche relazioni”.
Gaetano La Mantia