L’INTERVISTA/2
I piaceri della tavola, se si esagera, possono portare guai. Difficile ammetterlo per i golosi. Un medico del pronto soccorso racconta le migliori scuse proposte dai “mangioni”
Quando
il cibo resta
sullo stomaco
Lo stomaco in subbuglio, un forte senso di nausea ti assale, conati di vomito non danno tregua. “Indigestione fu”, non c’è dubbio. Anzi, non dovrebbe esserci… Perché il palermitano doc, dopo essersi disinvoltamente concesso durante le feste natalizie ai piaceri del cibo, spesso e volentieri nega persino l’evidenza quando paga il conto con il famigerato “intossico”.
E mentre un piccolo e vociante esercito di zelanti parenti lo accompagna al pronto soccorso lasciando in fretta e furia i conviviali natalizi, beh, lui ha tutta l’aria di uno che non ha la benché minima colpa. “Niente, dottore, glielo giuro…”, è la tipica risposta senza battere ciglio al medico, che dopo aver capito tutto già da un primo sguardo gli chiede a bruciapelo “cosa ha mangiato?”. Peccato, poi, che altre domande smascherino senza appello la bugia, svelando che quel “niente” sia costituito in realtà da una miriade di antipasti assortiti, primo abbondante e ultra condito, secondo non da meno, dolci a tutto spiano e un mix di bevande per tutti i gusti.
“Proprio così, in genere il palermitano non si rende conto degli eccessi a tavola e tende a sminuirli”, racconta Maddalena Albanese, medico di Pronto soccorso all’ospedale Cervello di Palermo. E se i freni inibitori sono già labili in periodi normali, sotto le feste va ancor peggio: “I casi di indigestione sono più frequenti, in media aumentano del 20-30 per cento rispetto al resto dell’anno. Spesso si tratta di malesseri passeggeri, talvolta sorgono complicazioni a causa di altre patologie concomitanti, dando luogo a crisi ipertensive e diabetiche. Le intossicazioni alimentari, più note con il termine indigestione, sono spesso accentuate anche dai disturbi tipici dell'influenza”. Gli abusi alimentari più frequenti dalle nostre parti? “Quelli di pasta al forno, carne e solo dopo dolci. In misura minore di pesce, raramente legato ai casi di classica indigestione. Quando causa problemi, infatti, lo fa più gravemente a causa di una cattiva conservazione”. Un esempio da non seguire valga per tutti: “Ricordo nitidamente una paziente reduce da un pranzo pantagruelico a base di antipasti assortiti con abuso di maionese, paella ultra condita, tranci di pizza, pesce e dolci a volontà”. Di tutto, insomma. Anzi no: di “niente, dottore, glielo giuro…”.
Filippo Pace