“Io e le mie 1.200 calorie al giorno”
Tre fette biscottate e 150 grammi di latte. Adesso la mia giornata comincia così, va avanti allo stesso modo da quasi due mesi, con 1.200 calorie al giorno. C’è di peggio, è vero. Ma c’è anche di meglio. C’è di peggio per una persona che ha cominciato con l’amare il cibo, nella sua quantità, ed è poi passato a conoscerlo, gustarlo, stimarlo. Già, stimarlo. Da piccolo, quando mia madre portava me e mia sorella, bambini, fuori e ordinava un panino, chiedeva se volevamo dividerlo, io ne pretendevo uno tutto mio e poi mangiavo anche la metà lasciata da mia sorella minore. Ricordo come una festa il giorno che per la prima volta i miei genitori ordinarono per me una pizza intera. Io presi una margherita (l’unica che mangio anche ora), solo per me. L’iniziale gola di bambino è stata trasformata con la maturità e qualche amicizia, facendo sì che crescessero in me la curiosità e il gusto per le cose buone, per le sperimentazioni, per i vini, per i ristoranti che amano rischiare, per i cibi degli altri (nel senso di chi ha una cultura gastronomica diversa dalla nostra).
Adesso ho messo un freno. È stata una decisione spontanea, presa da solo, dopo aver guardato alcune foto dell’estate appena trascorsa che mi ritraevano senza camicia. Mi sono affidato ad uno specialista. Lo trovo molto bravo. Anche se cerca di convincermi che cenare con un petto di pollo arrostito o una bistecca accompagnata da un’insalata con un cucchiaino d’olio, sorseggiando mezzo litro d’acqua minerale, è esattamente come tornare a casa e trovare una zuppa di legumi (tanto per citare il “Piatto dell’inverno” di Cronache di gusto) abbinata a un bicchiere di vino rosso. Impensabile anche, considerando la mia irrefrenabile passione per dessert alla ricotta e cioccolato in ogni sua forma, convincermi che una vita senza dolci possa considerarsi al di sopra della sufficienza. Il mio medico mi spiega che devo evitare di accumulare carboidrati la sera e che la frutta è preferibile consumarla lontana dai pasti principali: va bene una mela a metà pomeriggio. Come dargli torto, purtroppo. Mi ha convinto al punto che ho deciso di andare in palestra (anche se mi annoio profondamente) e che il giorno di Natale mi sono accontentato di un solo bis di cassata.
Marco Volpe