Il battesimo della Vastedda
“Il miglior modo per gustare la Vastedda è quello di tagliarla a fettine e gustarla nella sua assoluta naturalezza, per poter assaporare il gusto originario”. Un “segreto” svelato in occasione del convegno in cui è stato presentato il logo della Vastedda della Valle del Belìce, che va verso l’acquisizione della denominazione di origine protetta. Un incontro che ha avuto come sfondo Palazzo Panitteri a Sambuca di Sicilia (Agrigento). Tra i presenti Massimo Todaro, presidente del Consorzio per la tutela della Vastedda del Belìce, Stefano Sutera, direttore del consorzio e Maria Luisa Scatassa, dell’Istituto zooprofilattico di Palermo, che hanno spiegato come la Vastedda diventerà Dop.
A fare gli onori di casa il sindaco Martino Maggio, che si è dimostrato entusiasta per quello che – ha detto lui stesso – “sarà un evento importantissimo per le nostre zone. Finalmente venti giorni di distanza dal marchio Dop – ha detto Todaro – e più che un traguardo è un privilegiato punto di partenza che apre al prodotto una grossa opportunità di inserimento in un mercato più ampio”. La Vastedda della Valle del Belìce deve recare, apposto sull’involucro esterno delle forme idonee e certificate, all’atto dell’immissione al consumo, il contrassegno previsto dal disciplinare e non sarà consentita la vendita del “prodotto porzionato”. Il marchio deve essere riportato sull’involucro esterno protettivo del formaggio, costituito da materiale conforme alle disposizioni di legge relativo all’imballaggio dei prodotti alimentari. “È importante – ha spiegato Maria Luisa Scatassa – che i produttori di latte siano autorizzati per l’utilizzo delle attrezzature”. L’unità operativa di Menfi, dell’assessorato regionale all’Agricoltura e foreste, sin dalla riscoperta di questo prodotto, ha manifestato il proprio interesse volto alla sua tipicizzazione e valorizzazione. Ha collaborato alla costituzione del Consorzio di tutela e alla promozione di questo formaggio, partecipando a concorsi e manifestazioni a carattere regionale e nazionale e ha realizzato attività di ricerca con istituzioni scientifiche che mirano al miglioramento qualitativo del prodotto. “Il nostro territorio, con la nuova Dop Vastedda della Valle del Belice è più ricco – ha detto Paolo Campo, assessore all’Agricoltura del comune di Menfi – in quanto oltre ai propri vini e oli, oggi si può vantare di avere un altro prodotto di eccellenza. Attualmente la Vastedda riveste un ruolo di prodotto di nicchia, ancora poco conosciuto, sul mercato nazionale e talvolta anche in quello regionale. C’ è ancora molto lavoro, sia per quanto riguarda l’incremento della Vastedda, sia per promuovere e far conoscere le proprietà intrinseche di questo formaggio, unico nel suo genere, ai consumatori. L’amministrazione comunale – ha aggiunto Campo – aderisce al Consorzio di tutela e collabora con le altre istituzioni, per migliorare lo stato socio-economico del settore zootecnico”.
La zona geografica di allevamento degli ovini, di produzione del latte, di trasformazione e di confezionamento della Vastedda del Belìce Dop, è compresa nell’ambito dei territori amministrativi di diversi comuni nelle province di Agrigento, Trapani e Palermo.
Francesca Capizzi