L’INTERVENTO
Il presidente del Comitato promotore della Pagnotta del Dittaino Dop: dopo a Denominazione di origine protetta al formaggio Piacentinu è ora di puntare a strategie di marketing territoriale per valorizzare questo patrimonio
Un premio
alle colline gialle
dell’Ennese
Riceviamo e pubblichiamo
di Biagio Pecorino*
La notizia del riconoscimento della Denominazione di origine protetta al formaggio Piacentinu Ennese Dop ci riempie di gioia e conferma, qualora c’è ne fosse bisogno, che la Sicilia e le aree interne hanno dei veri e propri giacimenti enogastronomici.
La lietissima coincidenza del riconoscimento comunitario con il numero 1000, proprio ad un prodotto ennese, consente di essere menzionati a livello internazionale. Tali riconoscimenti consentono di sfuggire alla competizione di costo, che sarebbe insostenibile per le nostre imprese agroalimentari, e ci consente di raggiungere un premium price, che può permettere di conseguire reddito ed occupazione nelle aree interne della Sicilia.
In particolare le colline ennesi, famose nei secoli per il caratteristico colore giallo nei mesi primaverili-estivi grazie alla diffusa presenza del grano duro, possono vantare ben due riconoscimenti comunitari la Pagnotta del Dittaino Dop nei mesi scorsi e, oggi, il formaggio Piacentinu Ennese Dop: un binomio pane e companatico accomunato dal colore giallo (grazie al grano duro ed allo zafferano) e che costituiva la base alimentare dei contadini che coltivavano i terreni ed allevavano il bestiame.
E’ ora che il territorio prenda coscienza del patrimonio enogastronomico ed avvii politiche di valorizzazione dei prodotti alimentari, puntando a strategie di marketing territoriale. Queste strategie, però, non possono essere adottate dai singoli per avere successo ma devono essere attivate congiuntamente dagli agricoltori, commercianti, trasformatori, distributori, ecc. Speriamo in una maggiore consapevolezza degli imprenditori del sistema agroalimentare al fine di valorizzare congiuntamente la materia prima di cui dispongono, rafforzando i distretti produttivi ed i consorzi di tutela e valorizzazione.
Confidiamo nell’impegno della pubblica amministrazione verso tali percorsi di sviluppo, garantendo la regimazione delle acque (oggi i dissesti minacciano intere aree), la viabilità (strade nazionali chiuse da anni per non parlare di quelle provinciali e comunali), i servizi essenziali e l’adozione di politiche di marketing territoriale appropriate. Sarebbe anche utile sapere quali destinazioni debbano avere le nostre aree agricole perché sarebbe assurdo che da un lato gli imprenditori del territorio conseguano alcuni obbiettivi, adottino investimenti nel sistema agroalimentare, e la pubblica amministrazione miri ad altro. I giacimenti enogastronomici, le evidenze archeologiche, il paesaggio e le bellezze naturalistiche costituiscono gli ingredienti di base, le donne e gli uomini devono assumere i comportamenti consequenziali per distruggerli o valorizzarli: in Sicilia, a volte, si osserva molta confusione.
* presidente del Comitato promotore della Pagnotta del Dittaino Dop