IL CONSORZIO
Ecco il bilancio dell’unica Docg siciliana: in totale circa 33 mila euro con volumi cresciuti rispetto all’anno precedente di circa 4 mila euro. Le risorse impiegate soprattutto per il Jazz Festival e il Vinitaly
Cerasuolo
di Vittoria,
si investe
sulla promozione
Quest’articolo è il primo di una serie dedicati ai consorzi di tutela e ai loro bilanci. Un modo per tastare il polso ad organismi da più parti ritenuti fondamentali per lo sviluppo agroalimentare ma che nel Sud Italia stentano a decollare. Racconteremo le cifre tra spese e costi, difficoltà e prospettive, un atto di trasparenza che va oltre gli stessi associati.
Un bilancio contenuto le cui risorse sono utilizzate per lo più per manifestazioni di promozione del vino. Si presenta così lo strumento economico del 2009 del Consorzio di Tutela del Vino Cerasuolo di Vittoria Docg. In totale circa 33 mila euro con volumi cresciuti rispetto all’anno precedente di circa 4 mila euro.
Metà di questi fondi sono destinati a due iniziative annuali sulle quali il Consorzio punta parecchio: il Vittoria Jazz Festival e il Vinitaly. «Il primo – spiega Francesco Ferreri, presidente del Consorzio – perché si svolge a “casa nostra” e quindi serve per attirare attenzione verso il territorio, il secondo perché è l’evento più importante in Italia dedicato al vino». Vengono spesi circa 10 mila euro per sostenere i 40 associati a Verona, mentre 5 mila è l’investimento per il Festival dove viene fatto degustare il Cerasuolo. In questo caso, per lo più si tratta di acquisto di bicchieri e bottiglie di vino per le degustazioni.
Leggermente in calo quello che nel bilancio viene definito il “valore della produzione” (quasi 2 mila euro in meno rispetto al 2008), ma che in realtà si riferisce alle quote pagate dagli associati per partecipare al consorzio. Le tariffe sono di 0,25 euro per quintale ai produttori di uva, 0,50 euro a ettolitro per i produttori di vino sfuso e 0,75 euro a ettolitro per chi imbottiglia (va ricordato, comunque, che tutto il Cerasuolo di Vittoria, in quanto Docg, deve essere obbligatoriamente imbottigliato). Quote, quindi, in calo con una spiegazione molto semplice: «L’anno 2009 si riferisce al pagamento delle quote del 2008 sulla produzione 2007 – spiega Ferreri – si tratta dell’annata della peronospora che abbassò la produzione in alcuni casi anche del 30 per cento. Per questo si è verificata una flessione in questa voce». Flessione tutto sommato contenuta che si aggira nell’ordine di 10 mila euro.
Lievemente in su i debiti, circa 3 mila euro in più rispetto al 2008, legati per lo più al pagamento di servizi o merce in attesa dell’arrivo di contributi pubblici. Debiti ampiamente compensati dai crediti che sono aumentati di 7 mila euro nel corso di 12 mesi. Per il futuro Ferreri è fiducioso: «Il bilancio 2010 sarà sicuramente più consistente di quello dell’anno scorso, poiché l’annata è stata migliore».
Salvo Butera