DIARIO GOLOSO
Nuovo viaggio nel mondo dell’enogastronomia parigina. Ad ogni angolo odori e sapori, consigliati per qualità non solo i ristoranti stellati
Alla Mecca
del gourmet
Parigi è assolutamente, immancabilmente Parigi. Una città dall’incredibile molteplicità che sa essere romantica per i romantici, artistica per gli artisti, sorprendente per architettura, ma soprattutto la Mecca del gourmet. Ed è per questo che siamo voluti tornare proprio qui, un passaggio dal via obbligato per noi.
Questa volta però, abbandoniamo i ristoranti stellati e pluripremiati per andare a fare un giro fra le strade della città dove spesso si trovano enoteche e ristoranti medi, quelli che, sebbene siano segnalati dalle guide, non sono però molto famosi. L’esperimento è una cartina al tornasole per vedere quanto e come è buona Parigi, analizzandola nel complesso tra cultura e gastronomia.
Come recita un antico detto francese, il parigino pensa solo a due cose durante la giornata, ai suoi due pasti. E come smentirlo. Basta guardarsi in giro, non esiste strada o angolo che non proponga specialità gastronomiche per tutte le tasche. Parigi è una città dove ci si sente gastronomicamente tentati ad ogni passo.
Ma non è solo il cibo ad attrarre. L’immancabile fascino della città riesce a declinarsi su ogni cosa. Così, un semplice bistrot diventa speciale con poco, un pizzico di gentilezza dello staff, pochi tavoli, vetrine sulla strada, e ci si sente di colpo parte di questo valzer dai sapori eccezionali, tra un via vai di portate e l’ennesima bottiglia di vino. Proprio il vino francese poi, è qualcosa che non puoi non amare, l’offerta accontenta tutti, e basta qualche conoscenza delle zone del vino più importanti per scegliere una buona bottiglia. Piacevolissimi profumi avvolgono il naso, lasciando spazio al calore del corpo, che ha tempra, ma che sa non esagerare. È possibile acquistare ottimi vini francesi in enoteca anche a prezzi non esagerati. La catena di enoteche più diffusa è Nicolas, e propone vini per tutte le tasche, ovviamente in giro per la città si trovano anche delle chicche per chi è orientato su cifre più alte.
Le sale dei ristoranti o dei bistrot non sono esagerate, anzi l’arredamento è pensato per fare sentire l’ospite a casa. Una grande dispensa di legno per piatti e bicchieri, un bancone da bar accogliente per poter consumare con piacere un vino nell’attesa di cenare con gli amici.
Attenzione però a non lasciarvi prendere per la gola da finti francesismi. Nelle zone più famose della città si celano ristoranti apparentemente francesi, ma gestiti da stranieri (spesso maghrebini), riconoscibili dal fatto che attirano clientela fuori dalla porta promettendo bevute gratis.
Insomma Parigi sa incantare, il buono diventa anche bello e l’accoglienza fa la differenza. Ecco una piccola guida per golosi gourmet curiosi, per non sentirsi spaesati dall’offerta della città.
Ristoranti
Il primo che abbiamo provato, ha rispettato in pieno le nostre aspettative. Le restaurant des Beaux Arts è situato nel quartiere latino, una delle zone più fornite di ristoranti e pub. Sala semplice, servizio veloce e tanta tanta atmosfera francese. Abbiamo assaggiato un’ottima zuppa di cipolle, piatto tipico parigino, ed un antipasto di formaggio di capra su crostini di pane, il tutto leggermente abbrustolito in forno. Molto buono. Per secondo un cosciotto d’anatra eccezionale per morbidezza e sapore, servito con patate al forno. Mai provato nulla di così buono. Anche il filetto di manzo rigorosamente alto ed al sangue, servito con french fries era ottimo. Infine tagliere di formaggi di capra e un creme caramel. Abbiamo accompagnato il tutto con una bottiglia di Pinot Noir di Borgogna , Les champes de la crois, 2006. Prezzo medio 30 euro vini esclusi.
Le Casier à vin, letteralmente “Lo scaffale del vino” è un ristorantino che abbiamo scelto perché ben fornito di formaggi e vini. A due passi dalla fermata della metro Convention, in un quartiere che pullula di luoghi segnalati da guide gastronomiche ed eleganti pasticcerie, Le Casier a vin ci si è presentato come un luogo dall’arredamento semplice, ma dall’offerta del menu molto molto interessante. Prima di tutto, il proprietario ha ben voluto specificare che tutti i vini disposti in fila sugli scaffali sono rigorosamente prodotti in biologico. E nella vasta scelta, quasi da far girare la testa, abbiamo ordinato un Pinot Noir- Gamay ,Còte Giennois Aoc della Loira. Meraviglioso inizio con un tagliere di formaggi tra cui un Roquefort e un Tomme brebis estaing, di mucca e a latte crudo. Molto buono anche il foie gras avvolto in uno strato di prosciutto di oca servito su un letto di insalata. Abbiamo proseguito con un vitello saltato in crema di funghi e patate e con una tartare di manzo che merita una nota a parte. Completamente snervata e ridotta ad una consistenza piacevolissima, la tartare era condita con delle erbe dal sapore forte e mostarda. Il tutto accompagnato da patate al forno. Una vera delizia. Per dessert infine, una coppa di banane leggermente saltate in padella servite con crema chantilly e una colata di cioccolato fondente al 70%. Prezzo medio 30 euro vini esclusi.
La Rhumerie
Passeggiando davanti alla chiesa di Saint Germain, ci siamo imbattuti quasi per caso in questo angolo di paradiso dal vago odore di rhum. Un’invenzione esclusivamente francese, l’unica rhumerie parigina, si presenta come un grande locale interamente di legno, dove vale la pena abbandonare il vino per un cocktail. Qui però gli appassionati non bevono che rhum liscio, di tutti i colori, possibilmente invecchiato o d’annata. E’ possibile trovarne di brasiliani, cubani, giamaicani o della Martinica. Il prezzo dai 7,20 euro per un buon rhum, fino ai 35 euro per 4 cl di Dillon del 1982, o 41 euro per la stessa quantità di Bally del 1975. E’ possibile scegliere di degustarne 4 insieme, La Route du Rhum, prevede infatti 2 cl a bicchiere per un prezzo complessivo di 26 euro. In carta anche cocktail di rhum e non solo, ottimi analcolici, punch di vari gusti e piatti abbinati ai rhum, come un indian black pudding, patè di pesce, prosciutto arrostito o platano fritto. Noi abbiamo scelto un mojito ed una caipirinha buonissimi.
Close du Montmartre
A pochi passi dalla bellissima chiesa Sacre Coeur di Montmartre, tra rue St-Vincent e rue des Saules, sorge uno dei più antichi vigneti che si trovano ancora oggi nel cuore di Parigi. La data è quella del 1933, un vigneto antico che vanta 2000 piante e che produce ogni anno in ottobre 850 bottiglie di purissimo vino francese. Chiusa al pubblico, la piccola tenuta non ha proprietario ed è stata venduta all’asta per beneficenza.
E’ possibile visitare la vigna solo la seconda settimana di ottobre, quando si festeggia il vino nuovo con canti, balli ed una parata.
Laura Di Trapani
INDIRIZZI
Restaurant des Beaux Arts
Rue Ma zarine, 80
75006 Paris
Tel: +33 0143257116
www.restaurantdebeauxarts.com>
metro: Odèon o Mabillon
Le Casier à Vin
Rue Olivier de Serres, 51-53
75015 Paris
Tel. Fax. +33 0145333680
metro: Convention
La Rhumerie
Boulevard Saint-Germain, 166
75006 Paris
Tel. +33 0143542894
Fax. +33 43256988
www.larhumerie.com>