VINO & AFFARI
La joint venture nata dall’unione dell’azienda di Camporeale e la trentina Cantina di Nomi in difficoltà dopo il commissariamento della Provincia di Trento. Sacco: “Pronti a rilevare le quote per il rilancio”
Fattorie Azzolino
a un bivio
La trentina Cantina sociale di Nomi che ha quote di maggioranza nel capitale di Fattorie Azzolino, è stata commissariata dalla Provincia autonoma di Trento e, adesso, l’azienda agricola di Camporeale “vive una grave situazione di immobilismo”, come denuncia l’amministratore delegato Franco Sacco disposto anche “a rilevare le quote per sbloccare la faccenda”. “Le lungaggini burocratiche dovute al commissariamento – dice Sacco – hanno bloccato l’attività dell’azienda. Siamo fermi nel processo produttivo ed economico”.
Dal novembre scorso infatti il consiglio di amministrazione della cantina di Nomi, lo stesso di Fattorie Azzolino, è azzerato e al suo posto la Provincia di Trento ha nominato il commissario Rinaldo Ferrai che ha presentato ai soci della cantina un conto pesante, con 4 milioni di perdite a fronte di ricavi per due milioni. “Adesso serve una rifondazione della cantina”, ha detto Ferrai raccomandando fiducia e chiedendo pazienza ai soci. Ma Sacco denuncia “troppi ritardi nella gestione della vicenda”.
“Avrei potuto vendere un appezzamento di terreno per alleggerire una pesante situazione economica dovuta ad investimenti effettuati – racconta il titolare della cantina camporealese - ma ho dovuto rinunciare. Non possiamo imbottigliare e la produzione 2009/10 è a rischio”. Ed allora Sacco si chiede “perché dobbiamo pagare noi per un problema che ha riguardato unicamente la cantina trentina?”. Infine lancia un appello agli amministratori siciliani: “Per il bene di una realtà dell’Isola e di un’azienda che ha radici antiche nel tessuto socio-economico di Camporeale, dovrebbero attivarsi, per accelerare la vicenda . Noi abbiamo bisogno di ripartire subito”.
Fra. S.