L’EVENTO/2
Sulle orme di Marinetti, appuntamento il 3 marzo all’Open Colonna di Roma. La serata è ideata dallo chef Antonello Colonna
La cena futurista
A dettare le linee fu il manifesto della cucina futurista scritto da Filippo Tommaso Marinetti (nella foto). Era considerato la lotta contro l’alimento amidaceo (cioè la pastasciutta), ”colpevole di ingenerare negli assuefatti consumatori fiacchezza, pessimismo, inattività nostalgica e neutralismo”.
Prese le mosse da una cena al ristorante milanese Penna d’oca il 15 novembre 1930. Al termine, Marinetti preannunciò il Manifesto che venne pubblicato su Comoedia il 20 gennaio 1931. Precursore della cucina futurista fu però il cuoco francese Jules Maincave, che nel 1914 aderisce al futurismo. Annoiato dai ”metodi tradizionali delle mescolanze”, a suo dire ”monotoni sino alla stupidità”, Maincave si ripropose di ”avvicinare elementi oggi separati da prevenzioni senza serio fondamento”: filetto di montone e salsa di gamberi, noce di vitello e assenzio, banana e groviera, aringa e gelatina di fragola.
Oltre all’eliminazione della pastasciutta, il Manifesto – di pugno di Marinetti – predica l’abolizione della forchetta e del coltello, dei condimenti tradizionali, del peso e del volume degli alimenti e della politica a tavola; auspica la creazione di «bocconi simultaneisti e cangianti», invita i chimici ad inventare nuovi sapori e incoraggia l’accostamento ai piatti di musiche, poesie e profumi.
E una serata gastronomica all’insegna del futurismo nell’anno dedicato al movimento è quella ideata dallo chef Antonello Colonna che il prossimo 3 marzo all’Open Colonna di Roma proporrà una cena ”futuro-gastronomica” con la stessa valenza artistica di quelle originali progettate e realizzate da Marinetti, Fillia ed altri artisti futuristi. Si comincia con gli “aprigola”: tra questi l'”Inventina” su formula di Marinetti o la “Giostra d’alcol” di Prampolini. Si passa poi agli “Antepasti” con “Placafame” di Giachino o il “Guerrainletto” di Marinetti, oppure “Percazzottare” di Saladin. Per le “Prime entrate” ecco la “Vivanda ritratto della bella nuda” di Marinetti o il “Risotto d’imene al peccato d’amore”, sempre di Marinetti. Nelle “Seconde entrate” il “Porco eccitato” di Fillia, o la “Compenetrazione” di Giachino. Per gli “accompagnati” (contorni) le “Uova divorziate” di Giachino, mentre per i formaggi e i dessert il “Desiderio Bianco” di Fillia o la “Superpassione”, di Fillia. Le varie “azioni-improvvisate o rigidamente previste e preparate'” saranno strettamente legate alle ”aereo vivande” e alle ”polibibite” futuriste servite ai conviviali.
Questi ultimi – promette Colonna che ha organizzato la serata in collaborazione con il Caffe’ Storico Letterario “Giubbe Rosse” di Firenze – saranno coinvolti, spesso direttamente, come nello stile dell’happening, nei vari movimenti di scena durante il corso della serata. La scenografia è quella di un banchetto di Nozze, passatista, con abiti da sera e veli da sposa, tra i quali colori domina il ”Rosso rimorso vellutato”. La serata è stata ideata e ricreata secondo le indicazioni suggerite o espresse dallo stesso Marinetti nel libro ”La Cucina Futurista” e secondo lo spirito del Movimento (che forse rimane il più importante fra tutti quelli che hanno animato la scena letteraria ed artistica del ‘900 europeo. La ricostruzione scenica è opera della “Compagnia delle Seggiole” di Firenze diretta da Fabio Baronti, nello stile del cabaret e del cinema muto. Una sorta insomma di letteratura e cibo in simbiosi totale.
Elena Mancuso