IL DIBATTITO
L’intervento di Giuseppe Licitra, presidente del Corfilac: “Ancora non conosciamo a fondo quali sono i possibili effetti a lungo termine”
“Carne clonata,
ricerca solo all'inizio”
di Giuseppe Licitra*
Il dibattito sulla carne clonata è aperto e io voglio partecipare, anche perché su questo argomento ho le idee molto chiare. E allora, dico no al suo consumo, almeno per adesso.
Il motivo? Siamo ancora in una fase iniziale della ricerca, ciò significa che ancora non conosciamo a fondo quali sono i possibili effetti a lungo termine della carne clonata. Dunque, almeno in questo momento sono contrario alla sua commercializzazione. Nonostante quanto dicano gli americani, non si ha ancora la certezza assoluta che questo tipo di alimenti geneticamente modificati non producano poi delle controindicazioni. Io credo, che almeno adesso, cioè ora che gli studi stanno muovendo i primi passi, la carne clonata vada usata a livello terapeutico, o meglio scientifico. Sì, dare a questo tipo di alimenti una forte connotazione scientifica può avere una logica. La ricerca non va frenata, ma per testare gli effetti di un alimento del genere devono passare anni. Ecco perché sono contrario ad utilizzarla come strumento di business. Deve essere soltanto uno strumento di ricerca e sperimentazione. La cautela, a mio avviso non è mai troppa. Ma è anche vero che se un giorno si dimostrerà con certezza che non ci sono effetti negativi nel consumarla, l’ipotesi di avere carne clonata in commercio si può prendere in considerazione. Ma passerà ancora del tempo, siamo solo agli inizi. Gli americani continuano ad affermare di aver già completato la ricerca, di aver effettuato tutti gli studi possibili, e che carne e latte di animali clonati non comportano un rischio per la nostra salute, ma siamo molto abituati ad assistere alle loro marce indietro. Quindi meglio essere cauti.
* Presidente del Corfilac, Consorzio ricerca filiera lattiero-casearia
(testo raccolto da Gaetano La Mantia)