IL PRODOTTO
Ecco il frutto del cappero, fino a qualche anno fa solo uno scarto, ma oggi commercializzato. Il produttore di Salina Caravaglio ne svela i segreti. “Ottimi con le lenticchie”
La nuova vita dei cucunci
Non tutti lo conoscono, ma il “cucuncio”, in dialetto siciliano frutto del ben più noto bocciolo universalmente conosciuto con il nome di cappero, è una bacca deliziosa.
“E’ possibile gustare i cucunci dal sapore più intenso e deciso rispetto ai capperi in vari modi – racconta Nino Caravaglio, produttore di Malfa a Salina nell’arcipelago delle Eolie -. Uno dei più semplici è quello di condirli in maniera tale che possano sostituire le olive durante un aperitivo.
In questo caso basterà sciacquare il prodotto per dissalarlo, lavare i cucunci con dell’aceto e condirli con dell’olio extravergine d’oliva. Il successo sarà assicurato”. Ma non finisce qui perché un altro accoppiamento tanto sorprendente quanto gustoso è quello con i legumi.
“Mia nonna – ha detto Caravaglio – già tanti anni fa usava mettere in tavola su di un piatto una buona dose di cucunci conditi e tagliati per accompagnare un buon piatto di lenticchie. Che io ricordi – conclude Caravaglio – i cucunci sulla tavola della nonna non sono mai mancati come compagni delle lenticchie. Il sapore deciso della bacca, infatti, sposa perfettamente quello dolce del legume”.
La bacca del cappero solo una ventina d’anni fa era un prodotto di scarto, ora invece le cose sono molto cambiate. Lo stesso Caravaglio, infatti, racconta di avere una produzione di cucunci certamente minore ma parallela a quella dei capperi per quel che riguarda la fornitura: “I cucunci come i capperi vengono commercializzati sotto vetro salati o già conditi con aceto o olio extra vergine d’oliva. La mia azienda ne produce ogni anno 20 quintali insieme ai 90 di capperi”.
Piera Zagone