VINO & AFFARI
Mezzacorona, presente in Sicilia con Feudo Arancio e Villa Albius, tira le somme di un annata importante. L’ad Fabio Rizzoli: “Sbagliato abbassare troppo i prezzi, spero che la Doc unica porterà le varie aziende a posizionarsi sul mercato in modo da dare chiari segnali di qualità”
Sicilia,
avanti tutta
Abbiamo avviato un giro di interviste con alcuni nomi importanti del vino italiano che hanno anche radici in Sicilia. A rispondere alla prima di queste interviste è Fabio Rizzoli (nella foto), ad di Mezzacorona, colosso del vino presente in Sicilia con Feudo Arancio a Sambuca in provincia di Agrigento e Villa Albius ad Acate, in provincia di Ragusa. Ecco l’intervista.
Come si chiude il 2009 per Mezzacorona?
«Dal punto di vista aziendale devo esprimere la mia grande soddisfazione per un’annata molto importante di consolidamento e di rafforzamento del nostro gruppo a livello nazionale ed internazionale. Prova ne siano i numerosi riconoscimenti ottenuti, tra i quali mi piace citarne uno, quello di “Cantina Europea dell’anno”, ricevuto dopo una dura selezione dalla rivista americana “Wine Enthusiast”, una delle riviste internazionali più importanti e seguite. Il nostro gruppo anche nel 2009 ha avuto un andamento positivo, esaltante per certi versi, proprio in considerazione dell’annata particolarmente pesante vissuta da tutto il settore e siamo divenuti ormai un’impresa che è anche una bandiera per il nostro Paese. In termini di volume d’affari, devo dire che non abbiamo ancora chiuso i bilanci ma vediamo una stabilità nel fatturato che è un risultato ottimo data la situazione del settore vitivinicolo e dell’economia italiana e internazionale in generale, ma certo il settore deve avere la forza invertire la rotta perché il trend degli ultimi due anni ed in particolare del 2009 non può certo portare lontano: serve una svolta decisa».
E gli investimenti in Sicilia? Quali risultati stanno portando?
«Anche il prodotto Sicilia ha segnato il passo, le vendite che hanno fatto segnare un +5% è un risultato buono ma che ancora non esprime appieno gli investimenti e la spinta esercitati dall’azienda per questo prodotto. In Sicilia il Gruppo Mezzacorona ha finalmente portato a termine i piani di investimento sia in campagna con oltre 700 ettari di vigneti in piena produzione, sia a livello di strutture enologiche con cantine in piena efficienza, nel mentre ci apprestiamo a razionalizzare sempre più quella che è la rete distributiva del prodotto Sicilia a livello mondiale. Vorrei però aggiungere qualcosa».
Prego.
«La crisi del vino ha portato parecchie aziende ad abbassare i prezzi a livelli infimi con il rischio di compromettere quel “progetto qualità” che avevo visto come linea strategica assunta dalla Sicilia. Spero a questo proposito che la tutela della Doc Sicilia porterà le varie aziende a posizionarsi sul mercato in modo da dare chiari segnali al consumatore dell’orientamento futuro della Sicilia. Mi sembra di poter dire che la qualità garantita da prezzi esorbitanti di qualche bottiglia o da prezzi eccessivamente bassi siano strade che il mercato mondiale del vino nella realtà di questi giorni ha severamente punito».
È vero che le bollicine sono in grande espansione nei mercati. Sarà un vino del futuro?
«Ritengo sia esclusivamente un parere sul mercato nazionale e che riguarda solo molto marginalmente la Sicilia. I grandi aumenti di vendite sono reali ma riguardano il Prosecco, perciò un prodotto ed una zona ben definiti in Italia. Il resto delle bollicine sono in leggera crescita ma non costituiscono senz’altro un fenomeno da sottolineare».
Agata Polizzi