Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 145 del 24/12/2009

L’ALLARME Sos tonno rosso

24 Dicembre 2009
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L’ALLARME

In calo le quote di pescato, scese di un terzo in un anno. Sparma: “Se le quote annue verranno diminuite ulteriormente scomparirà un tipo di pesca tradizionale in Sicilia”

Sos tonno rosso

Cala la quota annua relativa alla cattura del tonno rosso. “Quest’anno – come fa sapere il direttore generale del dipartimento regionale Pesca, Gianmaria Sparma – si attesta a mille e novecento tonnellate contro le tremila dello scorso anno”. Un calo del quaranta per cento, dunque, frutto dell’ultimo vertice Iccat, Commissione Internazionale per la Conservazione del Tonno Atlantico,  ospitato dalla città di Recife, in Brasile.


“Un dato allarmante per chi opera nel settore – spiega Sparma – che potrebbe trovarsi in gravi difficoltà economiche”. Sono tredici in Sicilia le barche con licenza per la cattura del tonno rosso. “Se le quote annue verranno diminuite ulteriormente ciò porterà non solo ad un deficit economico, ma anche alla scomparsa di un tipo di pesca tradizionale nella nostra Isola e di conseguenza sulle nostre tavole verrà a mancare un cibo principe della dieta mediterranea”. Tradizione dunque che va conciliata con la tutela ambientale.
Da qui la proposta del dipartimento Pesca: “Occorre tornare all’antico”. La pesca del tonno rosso infatti è stata portata ai limiti del collasso da anni di prelievo eccessivo. Si tratta di una pesca industriale, finalizzata all’esportazione in Giappone, che sta mettendo in pericolo il futuro della specie e quello dei pescatori. Secondo alcuni dati forniti dall’Ugl Agroalimentare Sicilia, si tratta di circa ottocento lavoratori occupati nelle aziende, lungo la filiera, con un fatturato di almeno sessanta milioni di euro. “Dal 2000 – continua il dirigente regionale – l’Iccat impone una quota annua relativa alla cattura del tonno rosso”. Ogni anno infatti i dati forniti da ricerche scientifiche sull’estinzione del tonno rosso sono sempre più allarmanti. “Da qui l‘ulteriore riduzione della quota annua. Tuttavia per risolvere la questione particolarmente delicata l’unica soluzione auspicabile sarebbe quella di tornare ai metodi di pesca antichi, tornare all’utilizzo dei ‘palangari’, uno degli attrezzi più antichi e più utilizzati dagli operatori della piccola pesca nel Mediterraneo”.

Sandra Pizzurro