IL VINO
Beviamoci su,
ma cosa?
Se nelle fredde giornate d’inverno la minestra di legumi ci fa compagnia a tavola, regola vuole che ad accompagnarla ci sia un vino rosso. Ma non un rosso qualunque, e attenti all’acidità, che può andare in contrasto con il piatto che state consumando. Il vino, infatti, dovrà ammorbidire il gusto dei legumi e, nello stesso tempo, ripulire la bozza dall’impasto delle farinacee contenute nei ceci, nei fagioli e nelle lenticchie. Il vino d’accompagnamento non dovrà nemmeno coprire il gusto dei legumi e non essere coperto a sua volta dalle pietanze. Ecco che allora la scelta ricade su un rosso di medio corpo, possibilmente non barriccato, come il Nebbiolo delle Langhe o, per restare all’interno dei nostri siciliani, un Nerello Mascalese dell’Etna. Sono vini che hanno una certa struttura e un tannino duro che compensa la dolcezza delle zuppe di legumi.
Non azzardatevi a parlare di vino bianco da bere sulle zuppe di legumi. Tranne nel caso in cui a tavola ci siano i fagioli cannellini bianchi in umido e serviti a temperatura ambiente. In questo caso l’alternativa al rosso è un bianco barriccato, magari uno chardonnay.
Per gli amanti della sperimentazione il vino giusto potrebbe essere anche il lambrusco, ma risulterebbe un po’ eccessivo, vista l’alta acidità.
Altri esperti indicherebbero un rosso leggero, magari un Chianti, se i legumi si accompagnano anche ad altri ingredienti come il lardo, se non addirittura un bianco minerale.
Rossi ancor più leggeri per gli stufati di fagioli con guanciale, un piatto tipico dell’Emilia Romagna che la tradizione vuole in simbiosi con il Sangiovese.
Salvo Ricco