L'EVENTO
A Erice in passerella la pasticceria della tradizione siciliana. “Ospiti d'onore” anche i liquori alla crema di pistacchio, di nocciole e di fragoline di Ribera
Convento dolce convento
Una cittadina medioevale di strade strette e tortuose. Una piazza decorata di stelle di Natale. Erice (in provincia di Trapani), luogo di fascino, non meno famosa come cittadina della scienza, ha dato ospitalità alla quarta edizione di Dolcemente Erice, rassegna sui dolci siciliani e sugli itinerari del gusto, organizzata dalla condotta trapanese di Slow Food.
L’ex Convitto Sales è stato protagonista. Nelle sue stanze si sono avvicendati produttori e rappresentanti di dolci provenienti da conventi nascosti nel cuore della Sicilia e come al solito la parola chiave è stata “conoscenza”. Conoscenza di un territorio, di un prodotto e della storia di entrambi, così inevitabilmente intrecciata. La location ha sicuramente agevolato questo processo narrativo, in cui i dolci ericini hanno fatto da padroni di casa, lasciando notevole spazio anche alle altre specialità conventuali. Le “minne di vergine”, dolce famoso e tipico in diverse località siciliane, citato perfino nel Gattopardo, è stato presentato nelle sue molteplici versioni. Un cous cous di pistacchi di Bronte, austero nei suoi colori che evocavano la cassata, paste, dolcini di mandorla e crostate con diverse marmellate. Una manifestazione dedicata “all’altra pasticceria siciliana”, quindi, quella meno conosciuta dei conventi e delle chiese, cui il cannolo e la cassata non appartengono.
Il convitto ha dato ospitalità a numerosi prodotti che ben si sposano al dolce, come il liquore alla crema di pistacchio, di nocciole o meglio ancora di fragoline di Ribera. Presenti anche i numerosi presìdi siciliani di Slow Food che si incastravano nella manifestazione, raccontando al meglio la loro storia. Così dal pane nero di Castelvetrano che si sposa meravigliosamente con l’olio delle zone del trapanese, veniamo a contatto con la susina di Monreale è di eccezionale dolcezza e con un melone Cartucciaro di Alcamo, nel perfetto periodo di maturazione. E ancora vini del marsalese e liquori. I numerosi laboratori del gusto hanno trovato spazio, varie tematiche quelle affrontate, tra cui “ I sapori del Passato”, “Latte crudo o pastorizzato?” e ancora “Incontro tra i dolci di ricotta industriale e quelli artigianali”.
Insomma Dolcemente Erice, non è solo dolce, non è solo cultura, ma è un modo per raccontare la Sicilia che meno conosciamo e i prodotti che ne fanno parte. “Questo è lo scopo di Slow Food d’altra parte – spiega Franco Saccà, fiduciario della condotta trapanese -. Il ricavato di questa manifestazione, insieme alle altre organizzate, servirà per ospitare una comunità messicana al prossimo Salone del Gusto di Torino nello stand di Trapani”.
L.D.T.