VIP A TAVOLA
L’attrice e intellettuale turca confessa: “E’ il prodotto siciliano che più amo. Il vino? Il mio preferito è l’Amarone”
Yilmaz,
colei che ama
la caponata
C’è poco da fare: nonostante le dia molto fastidio, la figura di Serra Yilmaz per noi italiani è strettamente legata ai film di Ferzan ?zpetek. Eppure lei è molto di più di questo ed ha ragione a voler proclamare il suo non essere “cosa di Ozpetek”.
Attrice e intellettuale molto nota nel suo paese e nel resto del mondo per il suo impegno culturale e politico, figura di riferimento per molti turchi in Europa, amica di personaggi di rilievo quali il Premio Nobel per la letteratura nel 2006 Orhan Pamuk, Serra, grazie alla sua ottima padronanza dell’italiano e del francese, è stata anche interprete di Papa Benedetto XVI in occasione della sua visita in Turchia nel 2006, nonché per le commissioni del Consiglio d’Europa e della Commissione Europea. Per il resto ha lavorato moltissimo a teatro (sia da attrice che da regista), in televisione e in radio, oltre al cinema che ha intrapreso giovanissima in Turchia e la vede oggi in Francia, dove risiede la maggior parte dell’anno.
La sua è una vita affascinante, cosmopolita e particolare. Non poteva che essere l’ispirazione per il soggetto di un libro. E infatti la conosciamo lo scorso 24 marzo presso la libreria Modusvivendi in occasione della presentazione del libro “Una donna turchese” che Andreina Swich ha scritto quasi a quattro mani con lei e che prende lo spunto dal racconto della vita dell’attrice per estendersi ad una riflessione sulla condizione delle donne turche in particolare, e di tutte le altre in generale.
Contrariamente alla maggior parte dei suoi ruoli cinematografici, la Yilmaz è una donna straordinariamente simpatica, sempre pronta alla battuta e allo scoppio di una sonora risata e, allo stesso tempo, molto precisa, analitica ed autocritica. Alla proposta di una piccola intervista sul tema del cibo, le si illuminano i bellissimi occhi turchese e svela che per lei la cucina è un vero e proprio “istinto di base”. Adora parlare di gastronomia, parola che lega al concetto di convivialità. Non per niente in Turchia conduce un talk-show di successo, nato da una sua idea, in cui le interviste all’ospite di turno si snodano come una chiacchierata tra amici davanti ai fornelli, preparando le pietanze condivise poi a tavola, e lasciando l’immaginazione dello spettatore a vagare tra profumi ed aromi.
Se le si chiede quale sia il piatto che la fa sentire a casa, le viene in mente una classica pietanza turca: involtini di foglie di vite ripieni di carne (yaprak dolma). “Il piatto che invece mi riporta all’infanzia è una sorta di vostra cotoletta”, dice, “più simile alla Wiener Schnitzel, che mi cucinava sempre mia madre e di cui riesco quasi a sentirne ancora oggi l’odore”. E poi stupisce ancora una volta dichiarando che ciò che non potrebbe mai mancare nella sua dispensa è la pasta, che adora cucinare per sé e per gli amici che vengono invitati spessissimo a cena a casa sua.
Il suo rapporto con il vino? “Per me vino uguale Amarone, è il mio vino favorito! Bevo pochissimo”, sottolinea, “ma adoro l’Amarone!”. I prodotti siciliani? “Ho provato la caponata che ho trovato buonissima. E poi vado pazza per le acciughe! Stravedo per le acciughe!”.
Stefania Petrotta