IL PERSONAGGIO
Cesare Turini, fondatore e titolare della società di distribuzione toscana Heres: “La bontà del prodotto non basta più. Contano anche l’ironia e il gioco di squadra”
“Più empatia
per vendere il vino”
“Il vino buono non basta più”. Lo dice a mo’ di battuta, consapevole che in questa frase c’è lo slogan per il futuro, le parole ad effetto per chi vuole stare sul mercato e continuare a farsi apprezzare. Cesare Turini è un business man del vino: fondatore e titolare di Heres, società di distribuzione con sede in Toscana e una trentina di aziende in portafoglio tra italiane e straniere e anche amministratore delegato di Querciabella, cantina di fama nel Chianti.
Uomo di vino e di mercato, insomma. Turini ripete il concetto: “Il vino buono non basta più. Negli anni ’90 e fino a poco tempo fa l’unico elemento significativo per stare sul mercato era quello della bontà. Se il vino era buono non c’erano problemi. Oggi invece i fattori competitivi si sono fatti più duri e i mercati sono molto più complessi. Oggi quelli che ce la fanno, hanno il vino buono ma sono anche empatici, trasmettono simpatia, voglia di stare bene, suscitano curiosità”. I sorrisi, la capacità di comunicare il vino sono fattori sempre più fondamentali per Turini che aggiunge: “Non basta essere simpatici nel parlare del proprio vino ma anche i rapporti interpersonali del produttore sono fondamentali. Il gioco di squadra non va sottovalutato e assume anche in questo caso più importanza. Un po’ di ironia, una battuta in più, rendono il clima migliore, è un bene per tutti”. Turini è reduce dal Vinitaly da dove è tornato con numeri e sensazioni incoraggianti. “Il giovedì è stato un giorno lento, poi c’è stato il risveglio, soprattutto sabato. Molti clienti, clima rilassato e padronanza di argomenti e richieste. E poi i dati per noi sono davvero confortanti: abbiamo chiuso il primo trimestre 2010 con un più 52 per cento rispetto al 2009 dove avevamo registrato una lieve flessione del fatturato”.
F.C.