I GIURATI/4
Paul-André Barriat, presidente della Federation Des Vins du Bergeracois racconta il primo capitolo della competizione: “Una degustazione spiazzante. Difficile individuare l’origine territoriale”
Il Portogallo
conquista
un francese
“Degustazione estremamente interessante perché spiazzante. È stato difficile riconoscere il territorio di origine dei vini”, così commenta Paul-André Barriat enologo, viticultore e presidente della Federation Des Vins du Bergeracois che veste i panni di giurato.
Alla sua settima partecipazione al concorso quest’anno ha trovato vini di altissima qualità con un’impronta territoriale molto labile che ha portato a non poca confusione. “La prima batteria è stata interamente composta da vini bianchi provenienti dalla Languedoc-Roussillon – spiega Barriat -. Ma noi giudici non abbiamo ricondotto tutti i vini assaggiati a quel territorio. Solo in alcuni è stato facile individuare la regione, per gli altri vini pensavamo addirittura provenissero da tutt’altre parti del mondo”. Così è stato anche per i rossi. “Nella seconda batteria di rossi abbiamo valutato i vini della Toscana. Il fatto curioso è che eravamo sicuri che fossero Cabernet-Sauvignon di Bordeaux”. Lo scambio più eclatante che ha colto i giudici in fallo è stato nella batteria degli champagne, come racconta divertito il giurato francese: “Abbiamo degustato una serie di soli champagne, ma molti giurati non li hanno riconosciuti come champagne”. Confusione a parte quelli che hanno sorpreso di più Barriat sono stati i rossi del Portogallo. “E’ stata questa una buona serie di vini. Tra quelli che oggi ho assaggiato per me sono i migliori”.
Manuela Laiacona