L’EVENTO/2
Allo Slow Fish di Genova l’Isola porta anche aglio rosso di Nùbia, sale marino di Trapani, olio e vino. Quest’anno presente per la prima volta anche l’Istituto vite e vino con 30 aziende
Pesce e non solo
Inaugurata a Genova Slow Fish 2009, la Fiera internazionale del pesce promossa da Slow Food, Regione Liguria e ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. La manifestazione, giunta quest’anno alla quarta edizione, è dedicata alle tematiche del mare e alla promozione del consumo sostenibile del pesce.La Sicilia è presente con quindici aziende del settore ittico, conserviero e 31 del vitivinicolo all’interno dell’Osteria del mare Sicilia per promuovere la cucina ed oltre 80 vini dell’Isola. Lo stand riservato ai prodotti siciliani occupa un’area di 192 metri quadrati al secondo piano del padiglione B.
Il dipartimento Pesca della Regione Siciliana e l’Istituto Regionale della Vite e del Vino, con la partecipazione della Provincia di Trapani e del Comune di Mazara del Vallo (Tp), saranno presenti nelle quattro giornate del salone (17-20 aprile). “Con il pesce si può bere vino bianco o rosso, purché non corposo – dice il nutrizionista Giorgio Calabrese che ha partecipato all’inaugurazione dello stand Sicilia -. Resveratrolo del vino, omega 3 e proteine nobili del pesce sono un connubio perfetto sia per la salute che per il buon umore. Se si tratta di un pranzo importante, due bicchieri vanno bene, poi attendiamo un paio d’ore e possiamo metterci alla guida”.
Ma alla quarta edizione di Slow Fish è presente quest’anno per la prima volta l’Istituto regionale della vite e del vino. Oltre trenta le aziende vitivinicole rappresentate con più di ottanta etichette. “Qui a Genova – ha detto il presidente Leonardo Agueci – presentiamo l’eccellenza della produzione vitivinicola siciliana per raccontare al mondo le potenzialità che ha la Sicilia nel campo dell’agroalimentare. Vogliamo sfatare un luogo comune – ha aggiunto il presidente dell’Istituto regionale della vite e del vino -, quello che la Sicilia è terra di vini corposi. In realtà ci sono rossi leggeri e fruttati che ben si abbinano sulla nostra tavola al pesce”.
Di forte interesse nei confronti del comparto della pesca ha parlato l’assessore regionale alla Cooperazione, artigianato e pesca, Roberto Di Mauro. “Le misure del Fep, il Fondo europeo per la pesca, per un importo di 157 milioni di euro, sono destinati all’ammodernamento dei sistemi di pesca, ai processi di trasformazione e i commercializzazione del pescato così come ai quei progetti pilota che intendono promuovere la qualità, la rintracciabilità e la riduzione della filiera”.
Dalla provincia di Trapani viene promossa l’iniziativa ‘Miglio zero’ che, per abbattere i costi di trasporto, promuove l’utilizzo e il consumo nel territorio di appartenenza dei prodotti ittici e agroalimentari Un progetto finanziato con fondi comunitari Por per un importo di 500 mila euro. “Vogliamo promuovere una nuova filosofia del consumo – spiega Nicolò Maria Lisma, assessore della Provincia di Trapani alla Pesca e alle Politiche del mare-. “Vogliamo incentivare l’utilizzo del prodotto ittico della nostra zona, accompagnato da prodotti agroalimentari tipici quali l’aglio, i capperi di Pantelleria, la Vastedda del Belice, l’olio di Castelvetrano, il sale di Trapani”. E la Provincia regionale di Trapani ha offerto il pranzo preparato dallo chef Peppe Giuffrè a base di pesce e specialità gastronomiche della zona occidentale della Sicilia. Primo piatto, la crema di piselli primizie con polpi croccanti e crostini di pane nero di Castelvetrano; a seguire couscous alla trapanese, spigole delle saline con panura di pistacchi, patate al nero d’Avola, uvetta e moliica aromatica, cassata siciliana con frutta candita. Lo stand riservato ai prodotti siciliani occupa un’area di 192 metri quadrati al secondo piano del padiglione B. Nell’area riservata alle ‘Osterie del mare’ i visitatori possono gustare anche i piatti tipici delle località marinare dell’Isola insieme ai ‘cibi di strada’ quali gli arancini. Fra i presidi di Slow Food presenti alla manifestazione anche quattro Presidi siciliani: la mascolina da mugghia del golfo di Catania, il sale marino artigianale di Trapani, il cappero di Salina e l’aglio rosso di Nubia.
Saranno devoluti alla Fondazione Slow Food per la tutela della biodiversità i mille euro raccolti dalla vendita delle Cremolose (frutta e cremosa granita siciliana), presenti allo stand Sicilia del dipartimento Pesca dell’assessorato regionale alla Cooperazione e dell’Irvv allestito a Genova.
La somma è stata raccolta durante le giornate della Fiera che si concluderà il 20 aprile. “Siamo orgogliosi – dice Ninni Garofalo, presidente dell’omonima società palermitana – di contribuire con il nostro prodotto alla salvaguardia di tanti prodotti, anche siciliani, che rischiano di scomparire”. Sempre in tema di produzione dolciaria e per la delizia dei golosi, stamattina lo chef Peppe Giuffrè ha preparato in diretta una cassata offerta dalla Provincia regionale di Trapani. Tanti gli appassionati in fila. Per gustare il tipico dolce siciliano. Trenta le uova utilizzate per l’impasto del pan di Spagna della cassata, farcita con sei chili di ricotta siciliana e tre chili di frutta candita. “La cassata rappresenta la sintesi di un popolo, quello siciliano, raccontata attraverso un dolce in cui sono presenti elementi di tante dominazioni straniere nell’Isola – dice Peppe Giuffrè – . A cominciare dagli Arabi (‘caseat’ significa mettere in forma) e poi i Normanni con la glassa e infine gli Spagnoli (di qui il pan di Spagna)”.
Rita Vecchio