Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 56 del 10/04/2008

VIVERE DIVINO Il sogno americano

09 Aprile 2008
zonin_hp_56.jpg zonin_hp_56.jpg

    VIVERE DIVINO

zonin_hp_56.jpgZonin pronto a portare le etichette siciliane in Florida e Virginia. Il vice presidente: “Investiamo nell’Isola perché si produce vino di qualità”

Il sogno americano

La Sicilia dell’appeal, storia e cultura ma, soprattutto, del vino, quello che strugge, che dà passione, e che rende giustizia a un territorio vocato al turismo e alla viticoltura. È questa la cartolina che il rampollo dell’azienda veneta Zonin, Francesco, manda agli amici per descrivere la Sicilia.

Quasi un mal d’Africa per Francesco Zonin, giovanissimo vice presidente dell’azienda presieduta da suo padre Gianni, che descrive la nostra Isola “un caso assoluto in fatto di qualità del vino”, da lasciarlo stupito.
 
Qual è il vitigno che preferisce?
“Il Nero d’Avola. I vitigni base muovono i consumi e la Sicilia continua a dare un prodotto ottimo. Il Nero d’Avola ha un bilanciamento perfetto tra gusto, acidità e profumo. Nulla da invidiare al più puro dei Sangiovese”.

Perché avete deciso di investire in Sicilia?
“È una terra dall’alto potenziale sui consumi del vino rosso. Inoltre, da 10 anni, da quando abbiamo lanciato il brand Feudo Principi di Butera, abbiamo deciso di percorrere la strada dei vitigni autoctoni, dal gusto marcato, rotondi e fruttati. Il clima è stato un altro fattore importante, direi perfetto per i nostri scopi. Tutte caratteristiche che in altre zone del mondo non è facile replicare”.

zonin_dentro_56.jpgQuali sono i vitigni che coltivate?
“Per il 70 per cento autoctoni. Per il resto ci sono gli internazionali, come il Sirah, Cabernet, Merlot”.

Cosa significa stare a capo di una grande azienda come la vostra?
“E’ divertente. E mio padre è il vero ispiratore e consigliere. Siamo molto strutturati. Ci muoviamo grazie al lavoro di squadra, di uno staff di manager. Impariamo molto”.

Su quante regioni italiane siete presenti?

“Operiamo su sette regioni ed esportiamo in 89 paesi, 42 per il vino siciliano”.

Nel prodotto vino, quali sono le proporzioni tra vitigno, territorio e marketing?

“Direi un 40, 40 e 20 per cento. Vitigno e territorio sono fondamentali. Di marketing ancora se ne è visto poco. È comunque una leva importante”.

Qual è stata l’accoglienza dei siciliani?
“Ottima. Un’accoglienza così non l’abbiamo trovata in nessuna altra regione. I siciliani sono lavoratori appassionati della cultura del vino”.

Punterete sul mercato Usa?
“Dopo il boom del vino in Sicilia e in Italia, è arrivato il momento di passare il confine e puntare sugli Stati Uniti d’America. Il vino siciliano avrà poche difficoltà a trovare mercato nella costa Est, e quindi in Florida, Virginia. Già esportiamo il 15 per cento del prodotto. In Giappone stiamo cominciando”.

Salvo Ricco