IL VINO & LA LEGGE
A Trapani e Palermo a rilento il rilascio delle certificazioni legate alle indicazione Doc
Se la burocrazia
ferma la qualità
La burocrazia rallenta i rilasci delle certificazioni legate alle indicazione Doc dei vini. Succede soprattutto a Trapani e a Palermo. La causa è la nuova normativa che prevede passaggi in più rispetto agli anni precedenti.
«Se negli anni passati, infatti – spiega Totuccio Miceli , segretario della commissione degustazione Doc presente alla Camera di commercio di Trapani – rilasciavamo tutte le certificazioni in 20 giorni, al massimo 30, adesso questo stesso periodo è necessario solamente per avere il nullaosta che permette di avviare l’iter per i prelievi e le verifiche di conformità che permettono di rilasciare le certificazioni doc». Ritardi che hanno messo in difficoltà, ovviamente i produttori.
In particolare, sono due i passaggi che hanno allungato i tempi: il primo riguarda, come spiega Maria Carella, presidente della commissione Doc della Camera di Commercio di Palermo, «i controlli che deve effettuare l’Agea sui vigneti e sui terreni. Il secondo, invece, è all’Istituto della vite e del vino che funziona come organismo di controllo. I tempi si sono rallentati perché il sistema è nuovo, gli iter sono poco chiari e ci si deve ancora adattare. Alla fine, tutti i campioni di degustazioni arrivano alla commissione in ritardo». A Palermo, la situazione è un po’ meno pesante con ritardi che si attestano intorno alle due settimane rispetto a prima.
I mesi estivi, fra l’altro, non aiutano a sveltire le procedure: «Sono andato in ferie inserendo informaticamente tutte le aziende che devono ricevere questi nulla osta – spiega Miceli – adesso sono tornato e aspettiamo non è arrivato nulla dall’Istituto vite e vino, poi toccherà all’Ufficio agricoltura della Camera di commercio, sulla scia delle denuncie delle uve, a rilasciare i certificati per la richiesta del prelievo da sottoporre alla commissione. Una volta arrivati in commissione l’iter è molto veloce, a noi bastano 10 giorni, anche se la normativa ci da a disposizione fino a 20 giorni».
A tal proposito il direttore dell’Istituto regionale della Vite e del vino spiega: “Oggi rispettare l’iter previsto dalla legge 164 non è più possibile, perché sarebbe irregolare visto che le norme sono superate. Mentre non sono ancora partiti i decreti attuativi sulle nupove norme che regolano i vini Doc. Attendiamo nuove disposizioni da Roma, una riunione è prevista al ministero nei primi di settembre”.
Salvo Butera