LA SAGRA/2
La manifestazione, alla sua seconda edizione, sarà ospitata il 9 e 10 all’Osterio Magno di Cefalù
In memoria della
pasta a taianu
Si terrà a Cefalù sotto il palazzo trecentesco dello Osterio Magno, residenza appartenuta ai Ventimiglia, la “Sagra della pasta a taianu” il 9 e 10 agosto.
È una sagra recente (siamo appena alla II edizione), che riprende però un piatto molto antico, risalente agli arabi, e che in tutti questi anni si è mantenuto per tradizione nell’uso culinario domestico. In particolare si è soliti prepararla in occasione della festa patronale del Santissimo Salvatore. È grazie all’attività dell’associazione culturale Polis Kephaloidion, presieduta da Pasquale Portera, che dal 1999 si occupa del recupero e del mantenimento delle tradizioni culturali locali, che è stato possibile realizzare lo scorso anno la prima edizione della Sagra. Il termine ‘taianu’ deriva da quello arabo di taio, che era la creta con cui veniva creato il recipiente di terracotta, usato per la cottura della pasta.
Negli anni si sono venute a creare diverse varianti della pietanza, ma la versione originale prevede due tipi di carne: manzo e agnello che vengono utilizzati per il ragù, melanzane fritte e pecorino.
La carne viene sfilacciata a mano e cotta nel pomodoro per il ragù. Poi insieme alle melanzane, prima fritte e poi anch’esse sfilacciate, viene posta nel fondo della pentola di terracotta con la pasta, molto al dente, e il pecorino. Si creano così degli strati, ma di volta in volta la pasta viene maneggiata. La cottura è naturalmente a legna e sul coperchio della pentola vengono posti dei carboni ardenti. In tal modo la cottura avviene contemporaneamente da sopra e da sotto, quasi una sorta di forno ambulante. I mutamenti prodotti negli anni riguardano ad esempio il tipo di carne, alcuni non usano più l’agnello, e adottano addirittura la carne tritata; il tipo di formaggio, l’aggiunta di mozzarella, che non era prevista nella versione originaria, la cottura non più a legna e l’impiego di recipienti non di terracotta.
La sagra prevede un concorso aperto a tutte le famiglie che vogliono partecipare. Una giuria di 5 persone, tra cui una che non ha mai mangiato la pietanza, giudicherà la migliore, e alla famiglia vincitrice verrà assegnato un premio.
Cospicua la presenza dei cefaludesi e dei turisti soprattutto stranieri, che hanno partecipato l’anno scorso alla prima edizione della Sagra. Tremila biglietti sono stati venduti (si paga un ticket di 2 euro).
Aurora Rainieri