LA SAGRA
A Giarratana, nel Ragusano, il 14 torna la manifestazione dedicata a questi ortaggi. Da provare il pani frittu cu l’ova o le mulinciani chini
Le cipolle
di ferragosto
Ci vuole un po’ di applicazione per arrivare a Giarratana. Bisogna affrontare una curva via l’altra, spesso in arditi saliscendi nel Ragusano. Una volta su quella strada ci ho incontrato una coppia di ciclisti, scandinavi, ça va sans dir, che pedalavano con nordica determinazione verso l’abitato, e mi sono un po’ vergognata della stanchezza provata una volta approdata nella piazza del paese.
Comunque ci arriviate, in ogni caso, ne vale la pena. Giarratana è minuscola, e se ne sta accoccolata fra le pieghe degli Iblei, a poco meno di 600 metri d’altezza, con le sue casette, le sue chiese barocche, le sue strade e le sue piazzette, e sembra pronta a far da soggetto a qualche pittore in vena di ritrarre un-antico-paese-siciliano.
Come tantissimi altri centri abitati di questa zona della Sicilia – siamo nel Val di Noto, a poco più di 20 chilometri da Ragusa – anche Giarratana fu totalmente rasa al suolo dal terremoto del 1693, uno dei peggiori disastri che si siano mai abbattuti sul nostro paese, con migliaia di morti e intere città completamente cancellate dalla faccia della Terra. Così, quel che si visita oggi è la cittadina che risorse da quella tragedia, con le sue vie ben disegnate e le chiese per affidarsi al Signore (le più importanti sono Sant’Antonio, quasi in cima alla collina, e la Chiesa Madre, particolarmente ricca di opere d’arte). Nella parte più alta del paese, quel che è rimasto del nucleo più antico – convenientemente detto U Cuozzu – è stato adibito una decina d’anni fa un museo etno-antropologico, quindici ambienti in cui vengono ricostruiti la vita e il lavoro di contadini, artigiani e massaie di una volta. Per le visite occorre rivolgersi all’Ufficio Turismo, telefono 0932.976023 – 976653.
Allo stesso numero di certo potranno illuminarvi sul programma dell’annuale sagra della cipolla che, il 14 agosto, ci offre lo spunto per venire da queste parti. Si tratta di cipolle particolari, bianche, grosse e tondeggianti (possono arrivare a pesare persino mezzo chilo), dolcissime. Le potrete acquistare negli stand allestiti lungo corso XX Settembre, dove si potranno gustare anche le specialissime preparazioni a base di cipolla, dai patè alle confetture, nonché le pietanze preparate con queste cipolle, e non solo. La gastronomia locale, infatti, abbonda di preparazioni tipiche, dal pani frittu cu l’ova alle mulinciani chini (nell’ortaggio vengono praticate delle incisioni, che vengono lardellate con aglio e caciocavallo). E poi ci saranno il miele, l’olio d’oliva, i formaggi e i salumi, l’origano e naturalmente il torrone. A Giarratana lo preparano ancora secondo una ricetta che si fa risalire alla dominazione spagnola e che da un torrone candido, morbido e decisamente buono.
Quando avrete finito di mangiare, non trascurate il mercatino delle pulci e le bancarelle degli artigiani.
Maria Cristina Castellucci