Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 20 del 02/08/2007

PERBACCO Argentina a caccia di qualità

01 Agosto 2007
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    PERBACCO

argentina.jpgIl paese sudamericano è il quinto produttore al mondo di vino, ma le bottiglie varcano solo di rado i confini nazionali e le potenzialità enologiche sono sfruttate troppo poco

Argentina
a caccia di qualità

L'Argentina è attualmente il quinto produttore al mondo. Il vino è quindi un prodotto importante e primario del Paese, ma la qualità dei vini, in termini generali, è piuttosto deludente. Si producono vini piuttosto ordinari, grandi rese nei vigneti per produzioni di largo consumo e poco impegnative.

Ed è un vero peccato perché l'Argentina possiede delle potenzialità enormi in campo enologico e si trova in una posizione geografica molto favorevole. La qualità insufficiente e il fatto che i vini argentini sono difficili da reperire al di fuori di questo paese, in quanto quasi tutti consumati all’interno, sono fattori che pesano notevolmente sulla diffusione e l’interesse per i vini argentini nel resto del mondo. Ovviamente ci sono delle eccezioni. Alcuni produttori stanno tentando di cambiare le cose, cercando di avviare un processo a favore della qualità. Le condizioni ambientali e climatiche sono notevoli, le migliori zone di produzione si trovano alla stessa latitudine delle migliori aree del vicino Cile. In molti sono convinti che quando l'Argentina riuscirà a portare a proprio vantaggio le sue potenzialità enologiche, si affermerà sul mercato internazionale fra i migliori produttori al mondo. È per questo che in tempi recenti l'Argentina sta suscitando anche l'interesse di investitori esteri, in particolare di cantine degli Stati Uniti, del Cile e di alcuni Paesi europei.
vigna.jpgLa diffusione della vite in Argentina, così come è stato negli altri paesi dell'America Latina, si deve ai colonizzatori spagnoli, che introdussero le specie europee e ne iniziarono la coltivazione con lo scopo di produrre vino. È probabile che la vite si è diffuse in Argentina in momenti storici diversi. Le prime notizie storiche si fanno risalire al 1541 quando si crede sia stata coltivata per la prima volta la vite in Argentina ad opera degli spagnoli che piantarono i primi vigneti nella parte orientale del paese vicino alla costa atlantica e lungo il Rio de la Plata. In seguito la vite fece la sua comparsa nelle aree occidentali a ridosso delle Ande introdotta, sembra, a seguito di una spedizione proveniente dal Perù. Un'altra spedizione dal Perù del 1550 portò con se altre piante di vite in Argentina e nel 1556 si hanno notizie di viti giunte dal vicino Cile. Le varietà di uva introdotte allora in Argentina furono le stesse che si diffusero nei secoli scorsi in America Latina. Tra queste l'uva Mission, conosciuta in California e in Cile con il nome di Pais. Questo vitigno ha caratterizzato profondamente la produzione di vino in America Latina per oltre 300 anni. L'uva Mission sembra anche sia la progenitrice dell'uva più comune oggi in Argentina, la Criolla Chica. La zona di coltivazione più antica – furono i missionari gesuiti ad avviare la coltivazione della vite in queste luoghi – si può ritenere un area che si trova nelle vicinanze dell'attuale città di Mendoza. Qui si trovano delle particolari condizioni ambientali e abbondanti disponibilità di acqua (a causa della neve che si scioglie dalle Ande). Testimonianze storiche sulla vitivinicoltura in Argentina risalgono al 1557 nei pressi di Santiago del Estero, e fra il 1569 e il 1589 riguardano la zona di San Juan, a nord di Mendoza. Nel 1820, dopo la liberazione dal dominio spagnolo, con l’arrivo dall'Europa di numerosi immigranti e la costruzione nel 1885 della ferrovia che collegava la città di Mendoza con quella di Buenos Aires, diedero un primo incremento alla produzione vitivinicola, che sarà più determinate, con l'arrivo di altri immigranti a partire dal 1890, in particolare dall'Italia, Francia e Spagna, che portarono con loro nuovi vitigni e nuove esperienze vitivinicole. Questo introdussero in Argentina varietà Europee a frutto rosso, come il Tempranillo, il Malbec, quest’ultima attualmente la più importante del paese, la Bonarda, la Barbera, il Sangiovese. Tra i bianchi Chenin Blanc, Moscato di Alessandria (Sicilia), Torrontés, oggi probabilmente l'uva bianca che meglio di ogni altra è capace di produrre vini interessanti in Argentina.
La nuova ondata migratoria, anche se qualificata da un punto di vista enologico, produsse si un incremento nell’industria vinicola, ma fu concentrata su produzioni di vino ordinario, senza mai porre particolare attenzione sulla qualità. Si produceva solo per il consumo del paese e ad eccezione di isolati casi, poco vino varcava il confine dell'Argentina verso l’estero.
Oggi, come è successo in quasi tutti i paesi vitivinicoli del mondo, nonostante l'uva Criolla grande e Cereza siano ancora le uve più diffuse nel paese, considerate autoctone, il loro utilizzo sta progressivamente diminuendo in favore di altre specie. Le principali cantine hanno da qualche tempo impiantato vitigni internazionali come il Cabernet Sauvignon, Merlot e Chardonnay. vigna_2.jpg
Un posto di rilievo continua comunque ad occupare il Malbec, che si può considerare un vitigno autoctono, che resta la principale uva di rilievo in Argentina. Dal punto di vista produttivo, leggi e norme sul settore enologico in Argentina non sono rigide come quelle, per esempio, adottate da molti paesi Europei. Questo consente ai produttori di fare, entro certi limiti, quello che vogliono. Ovviamente questo non tutela come si dovrebbe il consumatore. Il sistema inoltre non prevede leggi specifiche relativamente a vitigni coltivabili e nemmeno alla definizione delle regioni vinicole, indicazioni sulla coltivazione delle viti e procedure sulla vinificazione, anche se di fatto, esiste un organo di controllo ufficiale, l'Instituto nacionale de vitivinicoltura. La qualità e la responsabilità è pertanto delegata ai singoli produttori.

Zone di produzione
I vigneti dell'Argentina sono fra i più alti del mondo. Ubicati ai piedi delle Ande, raggiungono anche i 1.500 metri di altitudine. La regione delle Ande comprende una stretta fascia di terra che corre lungo la cordigliera delle Ande. Il suolo è generalmente di origine alluvionale o eolica, con scarsa materia organica e predominio di terreni sabbioso-argillosi. Lo scioglimento delle nevi alle pendici delle Ande, crea una continua disponibilità di acqua nei vigneti, che, però, quando eccessiva, così come in Cile, spesso diventa un problema, specie nella produzione dei vini di qualità.
È l'abbondanza di acqua nei vigneti che favorisce una resa elevatissima di uva e pertanto una produzione scadente in qualità del vino. Per produrre vini di qualità si è reso necessario attuare vere e proprie strategie di irrigazione. Da rilevare che in Argentina e in Cile non si ha la presenza della temibile fillossera, l’insetto americano, che tra la fine dell’800 e inizio ‘900, arrecò gravissimi danni alla viticoltura europea. Le regioni vinicole più importanti del paese sono Mendoza, la più rinomata, San Juan, La Rioja e Salta. Altre zone minori sono Jujuy e Catamarca, vicino a Salta, e il Río Negro, la regione vinicola più a sud del paese.
Dalla regione di Mendoza, dove ricade il 73% della superficie vitata argentina, proviene il 65% della produzione del paese. Qui si distinguono due importanti sottozone: Luján de Cuyo e Maipú. Il vitigno tipico della regione e dell'Argentina, è il Malbec, originario di Bordeaux (francia), capace di produrre in quest’area eccellenti vini. Dopo Mendoza, la regione che ricopre maggiore importanza è San Juan. La Rioja è la più antica del paese. Situata a 1.300 km dalla capitale Buenos Aires, e confinante con il Cile, ha temperature elevate che danno vita a ottimi vini liquorosi. E’ nella Rioja e in Salta, che si producono i migliori vini d'Argentina con uva Torrontés. Nella parte su del paese si trova la regione di Río Negro. Si trova a più di 1100 km dalla capitale. Si estende dalle Ande all'Atlantico, e confina ad est con il Cile. I terreni sono alluvionali, piuttosto eterogenei. Dato il suo clima più fresco, produce prevalentemente vini bianchi e vini spumanti.

Il vino scelto per Voi
È prodotto da un gruppo di imprenditori ed enologi italiani che insieme hanno fondato l'azienda vitivinicola “Altos Las Hormigas”.
Morescalchi, insieme ad Alberto Antonini, enologo toscano di fama internazionale, Attilio Pagli, Marco De Grazia, Alan Scerbanenko e l'italo argentino Antonio Terni, sono i fondatori nel 1995 di “Altos Las Hormigas”, una azienda che si trova a Lujan de Cuyo (provincia di Mendoza), zona storica di immigranti italiani. Le vigne son ubicate a 800 metri sul livello del mare. L'azienda vitivinicola ha 216 ettari e le uniche varietà che coltiva sono Malbec e Bonarda. La cantina, che è stata costruita nel 2001, ha una capacità di 7.500 ettolitri in botti di acciaio inossidabile, ed altri 1.125 ettolitri in botti di rovere francese. La produzione annuale è di 500.000 bottiglie che vanno al mercato argentino ma anche nel resto del continente americano ed in Gran Bretagna. Altos Las Hormigas ha ottenuto parecchi premio internazionali come l'International Wine Challenge 2001 per Altos Las Hormigas 1999, Malbec Reserva. Nel 2003 la rivista di vini più importante del mondo, Wine Spectator, ha selezionato Altos Las Hormigas Malbec 2001 “Reserva Viña Hormigas” di Morescalchi e compagni fra i 100 migliori vini del mondo ('The Top 100').

Salvo Foti